giovedì 24 luglio 2008

SEDIA ELETTRICA AL LUNA PARK DI MILANO


MILANO - Il 'gioco' del 'condannato a morte' giustiziato sulla sedia elettrica, che da giorni attirava bambini e adulti al grande luna park presso l'Idroscalo di Milano, e' stato chiuso questa sera dalla direzione del parco giochi, dopo che molte voci oggi si erano levate per stigmatizzare, con orrore e indignazione, quello che il sindaco di Milano ha definito ''uno spettacolo indegno''. ''Abbiamo dato la grazia al prigioniero'' afferma il direttore del parco Riccardo Trebino che, insieme al sindaco di Segrate, stasera ha deciso di rimuovere la macabra attrazione a causa delle polemiche che ha scatenato appena 'La repubblica' ne ha dato notizia. Il gioco era subito stato bollato come ''pornografia macabra'' dall'assessore Tiziana Maiolo e come ''un'operazione vergognosa'' dall'associazione contro la pena di morte Nessuno tocchi Caino. Da quando l'attrazione dell' 'esecuzione capitale' era arrivata al luna park, in molti si fermavano tra il treno fantasma e il galeone dei pirati, inserivano un euro e facevano partire le finte scariche elettriche che 'giustiziavano' il manichino. Il tutto tra nuvole di fumo, le urla del condannato diffuse da un altoparlante e le risate della stragrande maggioranza degli spettatori. ''E' solo un gioco horror'', si e' difeso il giostraio, Renzo Biancato, 47 anni, cresciuto nei luna park come il nonno e il padre. Quel 'condannato a morte ' era andato ad acquistarlo negli Usa per 5 mila dollari, dopo averlo visto su una rivista di settore, e l'aveva portato nel grande luna park che da 30 anni attira migliaia di persone ogni settimana, vicino al 'mare' di Milano. Aveva deciso di collocarlo all'aperto e in uno dei punti piu' frequentati. Questo pomeriggio, parlando con i tanti cronisti, persino brasiliani, arrivati al luna park, Biancato diceva di sperare ''che tutto il clamore mediatico faccia un po' di pubblicita''', ma anche di essere ''preoccupato, perche' conosco il moralismo che c'e' in Italia''. Quel manichino muscoloso, a torso nudo, rasato e con gli elettrodi in testa, caviglie e polsi legati alla sedia di ferro, il giostraio ha raccontato di averlo visto gia' ''in altri parchi in Francia e in Germania''. In Belgio, ha aggiunto, ''hanno provato a toglierlo, ma poi una specie di sollevazione popolare lo ha fatto tornare''. Di bambini, accompagnati dai genitori, ne sono venuti a decine tutte le sere, dalle 21 alle 24, per vedere il condannato dimenarsi in una maniera impressionante per circa un minuto, mentre un nastro trasmette musica rock, urla e lamenti. ''Ridono e nessun genitore si e' mai lamentato'' ha riferito Biancato, secondo il quale ''questo e' solo uno spettacolo, e' come un film horror'', dopo aver fatto un paragone con un gigante che poco piu' in la' regge alcune teste mozzate. Sempre nel pomeriggio, il direttore del luna park spiegava che era tutto in regola, perche' quell' attrazione aveva superato la verifica di agibilita' e ottenuto la licenza, mentre il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, chiariva che ''noi siamo tenuti a decretare l'agibilita' delle giostre e non certo di quel manichino che non presenta pericoli per il pubblico. Se si configura un reato, quello di spettacolo raccapricciante, deve intervenire la magistratura, non certo noi''. Per togliere dal luna park la macabra attrazione nel pomeriggio Donato Mosella, parlamentare del Pd, ha fatto appello al ministro dell' Istruzione, al presidente della Regione Lombardia e al sindaco di Milano, l'associazione Articolo 21 ha promosso una raccolta di firme sul suo sito, il Codacons ha chiesto il sequestro alla Procura e il leghista Matteo Salvini ha presentato un'interpellanza in Parlamento. Di ''operazione demenziale che cancella anni di battaglie contro la pena di morte'' ha parlato Sergio D'Elia, di Nessuno Tocchi Caino. ''La scossa elettrica l'ha avuta Milano, la citta' del Beccaria impegnata per l'abolizione universale della pena di morte'' ha commentato il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, facendosi portavoce del pensiero di molti: ''quel 'gioco non gioco' incivile ha resistito fin troppo''. Eppure, il giostraio insisteva con i giornalisti: ''Guardatelo bene, non e' un uomo ma un mostro, che paga per le sue colpe, come in un film horror''. ''Se dovessero chiuderlo, accetteremo a malincuore'' diceva l'uomo, proponendo un'alternativa: ''se volessero, potrei spostarlo in un luogo chiuso, ma senza divieti per i bambini, per favore''. Proprio quello che teme Don Virginio Colmegna, quando riflette sul fatto che ''dovremmo aumentare i livelli di prevenzione culturale in una societa' che spettacolarizza tutto, e invece - si e' chiesto sconsolato - cosa offriamo a questi bambini? Un simbolo macabro con cui divertirsi''.

Fonte(Ansa)

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