Star On Ice è una manifestazione di pattinaggio artistico su ghiaccio che si e' tenuta allo stadio del ghiaccio "Ice Rink Pinè" in località Miola - Baselga di Pinè.Campioni in varie discipline si sono divertiti dando dimostrazione della loro bravura e delle loro capacità.
Di seguito alcuni scatti dello spettacolo.
A presto
Robelli
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martedì 26 agosto 2008
lunedì 25 agosto 2008
Aida, Arena di Verona Luglio 2008
Esperienza meravigliosa, erano anni che sognavo di andare a vedere l'Aida all'Arena di Verona e finalmente il sogno si e' avverato.
Uno spettacolo mai visto e la fortuna ha voluto vedessimo anche,nel terzo atto, il trionfo scena che da molti anni non veniva realizzata.
Ecco alcuni scatti....
A presto
Robelli
Uno spettacolo mai visto e la fortuna ha voluto vedessimo anche,nel terzo atto, il trionfo scena che da molti anni non veniva realizzata.
Ecco alcuni scatti....
A presto
Robelli
martedì 15 luglio 2008
FUNARI, FUNERALI POPOLARI E SENZA VIP
MILANO - C'era la 'ggente', quella comune, quella che Gianfranco Funari aveva illuminato 20 anni fa con le telecamere e che ormai non vuole più tornare nell' ombra. C'era l'Italia dei talk show, a Milano, ai suoi funerali. C'era il popolo semplice e un po' tiranno della tv, quello che lo amava ricambiato e che non lo ha mollato mai, nella gioia e nel dolore dell'altalenante fama televisiva. E c'erano i girasoli sulla bara e, sopra, il suo cappello Borsalino, quello che dava al canuto Funari un'aria da guascone e che oggi, su quel piccolo campo di fiori gialli, sembrava il copricapo perso da un contadino. La rusticità di Funari, la sua intelligenza romana e insieme padana, la sua popolarità e il suo populismo, la sua sincerità sbraitata: c'era tutto questo, nella chiesa di San Marco, e non c'era la politica, mancava il sussiego delle autorità e del cordoglio ufficiale. Due soli i politici che i giornalisti sono riusciti a segnare sui taccuini: Giorgio Iannone del Pdl, che ha letto la parabola dei talenti, e Marco Ferrando, segretario del Pcl, tra la folla. Pochi anche i personaggi televisivi: Piero Chiambretti, Cristiano Malgioglio, Enrico Lucci delle Iene, Claudio Cecchetto, Carlo Freccero, il produttore Marco Falorni, il fondatore di Odeon Tv, Raimondo Lagostena, Silvana Giacobini. E poi una serie di ex personaggi, famosi magari per poco, che sembravano convocati per questo rito dell'Italia comune che ogni tanto si fa Stato, tv, spettacolo: Pino Babbini, per esempio, che fu noto come l'autista di Bossi quando era il Senatur, e Antonio Guidi, che anche a Funari deve la poltrona di ministro: "nel '93 - raccontava oggi - ero ospite fisso della sua trasmissione. Alla fine la gente mi considerava quasi un difensore civico. Volevo fondare con Gianfranco il partito dei disabili, ma lui mi disse 'Antonio, dobbiamo creare sensibilità in tutti i partiti e tu devi fare il ministrò. Sei mesi dopo lo ero. La paura dei politici, che oggi qui non sono venuti, è il suo grande successo". La chiesa si riempie con le note di Bob Dylan, dolci e dubbiose, si svuota con la musica di 'A muso duro' di Gianfranco Bertoli. Tra l'una e l'altra, la cerimonia dei semplici, della donna che, sul libro delle partecipazioni, ha scritto "sono stata una sua collaboratrice domestica e non la dimenticherò mai", dell'uomo qualunque che fa la comunione e poi piange sul feretro dicendo "come te non ci sarà nessuno", di quelli che salgono sulle panche per applaudire, delle telecamere e dei fotografi che nessuno respinge perché qui non c'é finta riservatezza, questa è verità, quella che piaceva a Funari. Gente che non lo conosceva ma credeva di conoscerlo. E gente che lo conosceva bene e lo amava, soprattutto Morena Zapparoli, terza moglie di Funari, più giovane di lui di 35 anni, una bella signora che se lo è preso quando non era più sulla breccia e se lo è tenuto stretto nella lunga malattia. Gli ha scritto una lettera e l'ha letta a tutti, per spiegare quanto è fiera di lui, della sua vita d'azzardo, della sua libertà di pensiero: "hai incarnato quello che dovrebbe essere il giornalismo, per la gente e senza compromessi con il potere". Un potere che non si è fidato di lui e lo ha respinto: "sei tu - dice Morena - il vero epurato della televisione". Anche in queste ore "ci sono degli sciacalli, ma noi ti proteggeremo" aggiunge la moglie. "Hai spiegato la politica alla gente comune, che ti ha amato e non ti ha abbandonato". Nella bara lui ha voluto, e ci sono, le fiches, un telecomando, e le dannate sigarette, quelle che lui si era pentito di aver tanto fumato. "Ragazzi non fumate" ,aveva detto in un appello ai giovani, e la moglie lo sottolinea, dicendo che era pieno di difetti, ma libero. "Per questo ti amo" dice Morena. La folla piange e applaude, poi l'abbraccia. Partono le note di Bertoli, la bara esce per finire il suo percorso al cimitero monumentale di Milano.BAUDO, NON VOLEVA MORIRE D'ESTATE - Gianfranco Funari non voleva morire d'estate. A raccontarlo è Pippo Baudo ai microfoni dell'Alfonso Signorini Show, in onda dal lunedì al venerdì alle 9.00 su Radio Monte Carlo. "Conoscevo Funari prima che diventasse un famoso presentatore. Ricordo - dice Baudo con un po' di amarezza uno dei suoi primi spettacoli di cabaret al Refettorio di Milano in cui diceva in romanesco: 'Non bisogna morire d'estate, sopratutto a Ferragosto, per non disturbare i parenti e gli amici, che devono tornare apposta dalle vacanzé. Ironia della sorte, ci ha lasciato proprio in estate".GRANDE ORIENTE ITALIANO, NON C'ENTRA NULLA CON NOI - Gianfranco Funari non c'entra nulla con la massoneria e il Gran maestro aggiunto del Grande Oriente Italiano Federale Regolare è solo un omonimo del popolare conduttore televisivo scomparso sabato scorso e del quale si celebrano oggi i funerali a Milano. A precisarlo è il Gran maestro del Goif-R, Pasquale Cerofolini, dopo le indiscrezioni diffuse nelle ultime ore sulla presunta appartenenza di Funari alla sigla massonica. "Pur esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia di questo artista che ha reso grande l'Italia - sottolinea Cerofolini - voglio precisare che il Gianfranco Funari Gran maestro aggiunto del Goif-R è tutt'altra persona, è nato negli anni Cinquanta a Cosenza e dunque è un caso di omonimia rispetto al conduttore tv. E per quanto è di mia conoscenza, il Funari scomparso qualche giorno fa è estraneo all'istituzione massonica". "Lo dico non perché me ne vergogno, ma per amore di verità e rispetto della famiglia. Chi pubblica cose di questo tipo - conclude Cerofolini - non obbedisce al primo dovere di un giornalista, cioé verificare la notizia".PARROCO, ERA MASSONE? FUNERALI SONO GESTO PREGHIERA - Indipendentemente dal fatto che Gianfranco Funari fosse massone e da qualsiasi giudizio in proposito, la Chiesa celebra i suoi funerali "come gesto di preghiera" su richiesta dei familiari e volontà a loro espressa dallo stesso Funari. La dichiarazione, diffusa dall' Ufficio Comunicazione della Curia di Milano, è di monsignor Luigi Testore, parroco della Chiesa di San Marco in Milano, dove si svolgono nel pomeriggio i funerali del popolare conduttore televisivo morto sabato scorso. "A seguito di indiscrezioni che attribuirebbero l'appartenenza alla massoneria del signor Gianfranco Funari - afferma mons. Testore -, mentre si ribadisce il giudizio negativo della Chiesa a riguardo delle associazioni massoniche, si fa presente che le esequie richieste dai familiari (raccogliendo la volontà esplicita del signor Funari), sono un gesto di preghiera con il quale la Chiesa affida a Dio coloro che sono stati battezzati, ed esprime la propria fede nella misericordia divina". "Non si tratta quindi - precisa il parroco di San Marco - di un rito che comporta un giudizio sulla persona, che come tale spetta solo a Dio".
Fonte(Ansa)
Fonte(Ansa)
sabato 12 luglio 2008
morto Gianfranco Funari
Era ricoverato da 5 mesi per problemi cardiaci e polmonari.
Gianfranco Funari, cabarettista e showman televisivo, e' morto questa mattina nell'ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 76 anni. Funari era ricoverato da 5 mesi per gravissimi problemi cardiaci e polmonari.
Funari, 76 anni (era nato a Roma il 21 marzo 1932, ma milanese d'adozione), si è spento dopo una lunga agonia dovuta ai gravi problemi cardiaci di cui da tempo era affetto. Ricoverato da aprile, da oltre un mese si trovava nel reparto di terapia intensiva cardiologica. Nato nel mondo dello spettacolo come cabarettista (fu tra i 'padri fondatori' dello storico Derby Club), per poi diventare uno dei più innovativi e popolari conduttori e opinionisti televisivi, fino a tentare tra l'altro il lancio in politica con una candidatura a sindaco di Milano, Funari da tempo era stato costretto a uscire di scenda dalla malattia che andava sempre più aggravandosi. Proprio per la gravità delle sue condizioni, già alcune settimane fa si era sparsa a Milano la notizia, poi risultata falsa, della sua morte, avvenuta oggi poco dopo mezzogiorno. Funari aveva accanto la moglie Morena, che ogni giorno e ogni notte gli è stata vicina in ospedale in tutti questi mesi.LA MOGLIE MORENA, MI HA DATO L'ENERGIA DI UN RAGAZZO "Gianfranco mi ha lasciata: era tanto più grande di me, ma mi ha dato l'energia che solo un ragazzo poteva darmi. L'ho amato tanto e mi ha insegnato tanto": sono le parole che Morena Funari ha affidato a un giornalista di Diva&Donna "perché ci siete sempre stati vicini e amici in questi anni e soprattutto in questi mesi terribili". "E' da mesi che Morena dorme qui su una sedia, mi dispiace lasciarla, con lei ho conosciuto il grande amore, quello vero che dà tutto e non chiede niente", spiegava Funari prima di entrare in coma, aggiungendo di volere un figlio da Morena. Morena Zapparoli Funari, milanese di 41 anni, conviveva con Gianfranco dal 1999 e lo aveva poi sposato nell'agosto del 2004.
fonte(ansa)
Gianfranco Funari, cabarettista e showman televisivo, e' morto questa mattina nell'ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 76 anni. Funari era ricoverato da 5 mesi per gravissimi problemi cardiaci e polmonari.
Funari, 76 anni (era nato a Roma il 21 marzo 1932, ma milanese d'adozione), si è spento dopo una lunga agonia dovuta ai gravi problemi cardiaci di cui da tempo era affetto. Ricoverato da aprile, da oltre un mese si trovava nel reparto di terapia intensiva cardiologica. Nato nel mondo dello spettacolo come cabarettista (fu tra i 'padri fondatori' dello storico Derby Club), per poi diventare uno dei più innovativi e popolari conduttori e opinionisti televisivi, fino a tentare tra l'altro il lancio in politica con una candidatura a sindaco di Milano, Funari da tempo era stato costretto a uscire di scenda dalla malattia che andava sempre più aggravandosi. Proprio per la gravità delle sue condizioni, già alcune settimane fa si era sparsa a Milano la notizia, poi risultata falsa, della sua morte, avvenuta oggi poco dopo mezzogiorno. Funari aveva accanto la moglie Morena, che ogni giorno e ogni notte gli è stata vicina in ospedale in tutti questi mesi.LA MOGLIE MORENA, MI HA DATO L'ENERGIA DI UN RAGAZZO "Gianfranco mi ha lasciata: era tanto più grande di me, ma mi ha dato l'energia che solo un ragazzo poteva darmi. L'ho amato tanto e mi ha insegnato tanto": sono le parole che Morena Funari ha affidato a un giornalista di Diva&Donna "perché ci siete sempre stati vicini e amici in questi anni e soprattutto in questi mesi terribili". "E' da mesi che Morena dorme qui su una sedia, mi dispiace lasciarla, con lei ho conosciuto il grande amore, quello vero che dà tutto e non chiede niente", spiegava Funari prima di entrare in coma, aggiungendo di volere un figlio da Morena. Morena Zapparoli Funari, milanese di 41 anni, conviveva con Gianfranco dal 1999 e lo aveva poi sposato nell'agosto del 2004.
fonte(ansa)
lunedì 2 giugno 2008
Novara JAZZ 2008
Michael Nyman & Evan Parker
Un vecchio piano trovato a Berlino: l'incontro impossibile tra il padre del minimalismo e il mago del fre jazz inglese.
Assieme sullo stesso palco in duo. Quando si dice che nulla e'
impossibile..... Novara jazz fa abbraciare per la prima e forse l'ultima
volta l'alambiccatore del minimalismo per orchestra, il dues ex machina
della musica da film, con il guru del free anglosassone. Michael suona
un piano completamente scassato fatto portare appositamente da Berlino,
Evan sassofonista navigato suona sax tenore e soprano. Una serata di musica intrigante e divertente che ha accomunato le due platee.
Un vecchio piano trovato a Berlino: l'incontro impossibile tra il padre del minimalismo e il mago del fre jazz inglese.
Assieme sullo stesso palco in duo. Quando si dice che nulla e'
impossibile..... Novara jazz fa abbraciare per la prima e forse l'ultima
volta l'alambiccatore del minimalismo per orchestra, il dues ex machina
della musica da film, con il guru del free anglosassone. Michael suona
un piano completamente scassato fatto portare appositamente da Berlino,
Evan sassofonista navigato suona sax tenore e soprano. Una serata di musica intrigante e divertente che ha accomunato le due platee.
giovedì 29 maggio 2008
RODA da Vida 6° Edizione
Roda da Vida, il cerchio della vita tutti in cerchio per la capoeira.
Questa antica pratica brasiliana, di origine africana, che intreccia danza, gioco, lotta e acrobazia.
Queste foto le ho scattate a Milano durante la manifestazione Roda da Vida alla cascia Monlue', il 23 di maggio, lo so un po' tardi.... Se volete saperne di piu':www.capoeiramilano.com
Un po' di storia sulla capoeira:
La storia della capoeira è molto complessa e difficile da tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti a riguardo e per la distruzione di questi dopo l'abolizione della schiavitù in Brasile; di certo sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportati in Brasile.
Il 22 aprile 1500 Pedro Álvares Cabral sbarca in Brasile e dietro di lui la civilizzazione portoghese. I colonizzatori per risolvere il problema di manodopera schiava cominciano a catturare africani (più robusti fisicamente degli indios autoctoni, decimati dalle malattie portate dai colonizzatori). Gli schiavi venivano sfruttati nelle piantagioni (canna da zucchero, tabacco, caffè, ecc.) per molte ore al giorno, ritirandosi poi nelle Sem-Alas (sem = senza, ala = lato di muro), grandi e miseri dormitori sotterranei, bui e senza mura divisorie, vivendo in condizioni pessime. Con le ingerenze olandesi nelle colonie portoghesi (1624-1654) in Brasile gli schiavi approfittarono degli scontri per darsi alla fuga. Alcuni si organizzarono in comunità indipendenti, nei villaggi detti quilombos. Questo periodo fu sicuramente un catalizzatore dello sviluppo della capoeira. Uno di questi villaggi, Palmares, all'epoca probabilmente collocato nello Stato nordestino Alagoas, è assurto a simbolo della lotta degli schiavi contro i loro carnefici. Fondato nel 1610, il primo Palmares sopravvisse per più ottant'anni resistendo all'incalzare dei portoghesi; fu distrutto nel 1695 dopo un assedio di 5 anni e 9000 soldati impiegati.
I primi documenti che parlano di capoeira risalgono al 1624, si tratta di diari dei capi di spedizione incaricati di catturare e riportare indietro gli schiavi neri che tentavano di scappare. Questi documenti fanno riferimento ad uno strano modo di combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali indomabili".
Il mito diffuso è che la capoeira fosse un modo per gli schiavi di allenarsi a combattere dissimulando, agli occhi dei carcerieri, la lotta con la danza. Questo può essere vero solo per uno stadio molto primitivo del suo sviluppo, perché in realtà la pratica della capoeira a partire dal 1814 venne vietata agli schiavi, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per impedirne l'aggregazione, anche se alcune fonti dicono che questa forma di arte marziale ha continuato ad esistere e svilupparsi considerando il fatto che sia sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Il 1888 fu l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma gli schiavi liberati non ebbero modo di integrarsi facilmente nel tessuto socio-economico. La capoeira fu presto associata alla delinquenza di strada, tanto da venire proibita a livello nazionale già dal 1892. La pratica della capoeira rimase clandestina (da questo deriva l'uso per ogni capoeirista di un apelido, un soprannome ), spesso violenta e praticata solo nelle strade da individui malfamati, schedati appunto dalla polizia come capoeiras.
Nel 1930 la politica nazionalistica del presidente/dittatore Getúlio Vargas, in cerca di uno sport da promuovere come sport nazionale, dette l'opportunità a Mestre Bimba di riscattare la capoeira con lo stile di "Lotta Regionale di Bahia", da lui ideato. Nel 1932 gli venne permesso di aprire la prima academia nella quale impose anche delle regole di disciplina per ripulire la cattiva immagine che l'opinione pubblica aveva della capoeira. Dopo una pubblica esibizione di Mestre Bimba e dei suoi allievi finalmente lo sport ebbe il suo riscatto, e cominciò la sua lenta ascesa.
Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano. Nel 1957 mestre Canela porta la capoeira in Italia, prima a Roma dove istruisce qualche allievo, poi sposta il suo gruppo a Viterbo. Nel 2007 ha festeggiato i cinquant'anni della capoeira in Italia con una gara nella palestra della verità di Viterbo.
Questa antica pratica brasiliana, di origine africana, che intreccia danza, gioco, lotta e acrobazia.
Queste foto le ho scattate a Milano durante la manifestazione Roda da Vida alla cascia Monlue', il 23 di maggio, lo so un po' tardi.... Se volete saperne di piu':www.capoeiramilano.com
Un po' di storia sulla capoeira:
La storia della capoeira è molto complessa e difficile da tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti a riguardo e per la distruzione di questi dopo l'abolizione della schiavitù in Brasile; di certo sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportati in Brasile.
Il 22 aprile 1500 Pedro Álvares Cabral sbarca in Brasile e dietro di lui la civilizzazione portoghese. I colonizzatori per risolvere il problema di manodopera schiava cominciano a catturare africani (più robusti fisicamente degli indios autoctoni, decimati dalle malattie portate dai colonizzatori). Gli schiavi venivano sfruttati nelle piantagioni (canna da zucchero, tabacco, caffè, ecc.) per molte ore al giorno, ritirandosi poi nelle Sem-Alas (sem = senza, ala = lato di muro), grandi e miseri dormitori sotterranei, bui e senza mura divisorie, vivendo in condizioni pessime. Con le ingerenze olandesi nelle colonie portoghesi (1624-1654) in Brasile gli schiavi approfittarono degli scontri per darsi alla fuga. Alcuni si organizzarono in comunità indipendenti, nei villaggi detti quilombos. Questo periodo fu sicuramente un catalizzatore dello sviluppo della capoeira. Uno di questi villaggi, Palmares, all'epoca probabilmente collocato nello Stato nordestino Alagoas, è assurto a simbolo della lotta degli schiavi contro i loro carnefici. Fondato nel 1610, il primo Palmares sopravvisse per più ottant'anni resistendo all'incalzare dei portoghesi; fu distrutto nel 1695 dopo un assedio di 5 anni e 9000 soldati impiegati.
I primi documenti che parlano di capoeira risalgono al 1624, si tratta di diari dei capi di spedizione incaricati di catturare e riportare indietro gli schiavi neri che tentavano di scappare. Questi documenti fanno riferimento ad uno strano modo di combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali indomabili".
Il mito diffuso è che la capoeira fosse un modo per gli schiavi di allenarsi a combattere dissimulando, agli occhi dei carcerieri, la lotta con la danza. Questo può essere vero solo per uno stadio molto primitivo del suo sviluppo, perché in realtà la pratica della capoeira a partire dal 1814 venne vietata agli schiavi, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per impedirne l'aggregazione, anche se alcune fonti dicono che questa forma di arte marziale ha continuato ad esistere e svilupparsi considerando il fatto che sia sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Il 1888 fu l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma gli schiavi liberati non ebbero modo di integrarsi facilmente nel tessuto socio-economico. La capoeira fu presto associata alla delinquenza di strada, tanto da venire proibita a livello nazionale già dal 1892. La pratica della capoeira rimase clandestina (da questo deriva l'uso per ogni capoeirista di un apelido, un soprannome ), spesso violenta e praticata solo nelle strade da individui malfamati, schedati appunto dalla polizia come capoeiras.
Nel 1930 la politica nazionalistica del presidente/dittatore Getúlio Vargas, in cerca di uno sport da promuovere come sport nazionale, dette l'opportunità a Mestre Bimba di riscattare la capoeira con lo stile di "Lotta Regionale di Bahia", da lui ideato. Nel 1932 gli venne permesso di aprire la prima academia nella quale impose anche delle regole di disciplina per ripulire la cattiva immagine che l'opinione pubblica aveva della capoeira. Dopo una pubblica esibizione di Mestre Bimba e dei suoi allievi finalmente lo sport ebbe il suo riscatto, e cominciò la sua lenta ascesa.
Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano. Nel 1957 mestre Canela porta la capoeira in Italia, prima a Roma dove istruisce qualche allievo, poi sposta il suo gruppo a Viterbo. Nel 2007 ha festeggiato i cinquant'anni della capoeira in Italia con una gara nella palestra della verità di Viterbo.
venerdì 16 maggio 2008
Federica Moro Le Club Milano
Ecco a voi alcuni scatti della festa in occasione della presentazione della nuova raccolta musicale di Federica Moro.
Una donna di una gentilezza di altri tempi, disponibile e cortese.
La festa si e' tenuta al Le Club di Milano il tutto organizzato egregiamente da Efrem Sagrada
Contattatemi per ogni curiosita' ed informazione.
Robelli.
Una donna di una gentilezza di altri tempi, disponibile e cortese.
La festa si e' tenuta al Le Club di Milano il tutto organizzato egregiamente da Efrem Sagrada
Contattatemi per ogni curiosita' ed informazione.
Robelli.
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