sabato 12 luglio 2008

Donne, motori e dolori

Bancarotta fraudolenta: arrestato il playboy Matteo Cambi, patron del brand Guru. Era pieno di debiti fino al collo. Troppe spese personali e flirt di lusso pare. Le donne amavano il suo fascino o soprattutto il profumo dei soldi?


Matteo Cambi è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Bologna. Tra le accuse quella di bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Una truffa ideata e portata avanti - assieme al patrigno Mariuccio De Marco Gianluca e alla madre Simona Vecchi, anch'essi arrestati - per ripianare il buco di bilancio dell'azienda per la quale proprio ieri il Tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento. L'azienda proprietaria del marchio di abbigliamento è la Jam Session Srl di proprietà per il 60% dei coniugi e il restante 40% di Matteo Cambi. Era stata la Procura a chiedere il fallimento dopo una lunga indagine del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bologna. Le Fiamme gialle al momento non si dilungano sulla quantità degli illeciti anche se dovrebbero risultare di decine di milioni. Tra le accuse, appunto, quella di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, illecite ripartizioni degli utili e riserve sociali, indebita restituzione dei conferimenti, infedeltà patrimoniale, dichiarazione fraudolenta e infedele. I tre, inoltre, emettevano e utilizzavano fatture per operazioni inesistenti per diversi milioni di euro; inventavano costi per far pareggiare il bilancio dell'azienda. Il Tribunale della città emiliana, nei giorni scorsi, ha giudicato insanabili le insolvenze e non sostenibile il concordato chiedo dai legali. Cambi è noto in tutta Italia per avere sponsorizzato la Renault in Formula 1.Se le donne più belle e vippaiole non saltano tutte sul fuoristrada (che non avete) e non vi filano nemmeno di striscio, non vi crucciate più di tanto: anche le favole più belle finiscono. E neanche tanto bene. Il "furbetto del margheritino" era a un passo dal fallimento. Il deficit patrimoniale è di quelli che le persone normali faticano anche a pensare: 62,5 milioni di euro. La margherita del brand Guru, di proprietà di Cambi e attualmente in affitto a un gruppo indiano, in attesa della vendita, perde drammaticamente un petalo dietro l'altro. E dire che Cambi - protagonista negli ultimi anni delle cronache gossipare, paparazzato ogni due per tre con fidanzate diverse - aveva perfino licenziato in tronco l'amministratore delegato Patrick Nebiolo (licenziamento illegittimo, ha sentenziato il giudice) che l'aveva avvertito: la gestione delle finanze aziendali troppo sbilanciata verso le spese personali avrebbe portato l'azienda alla crisi. Lo definivano "The king flower", Cambi. Lui che, abilissimo PR, aveva fatto in modo che le stelle del calcio (da Cannavaro a Maldini a Vieri) indossassero le t-shirt e le felpe con la margherita, subito diventate un capo cult. Peccato che la passione sfrenata per i motori, il lusso e le belle donne abbiamo mandato in fumo in poco tempo un successo giunto in modo rapidissimo. Ora, scrive malignamente qualcuno, dopo Eleonora Benfatto, Arianna Marchetti, Fernanda Lessa, Elisabetta Gregoraci, Vera Pisu, Flavia Vento, Mascia Ferri, Anna Falchi (che smentì), Stefania Orlando, Silvia Costantini e l'attrice Kate Nauta, un'altra donna è entrata nella vita di Cambi: il giudice Lucia Russo, che ha chiesto il fallimento del marchio per conto della Procura di Parma e che vuole siano portati i libri in tribunale. Una richiesta alla quale si sono associati i tanti creditori, che da tempo battono cassa. Sarà interessante vedere ora quante ne rimarranno, intorno a Cambi, di queste coscelunghe vip. (Libero News)

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