giovedì 29 gennaio 2009

REITANO, ANCHE CELENTANO E MIKE AI FUNERALI.

E' arrivata tutta la sua gente, quella che lui amava tanto e che da lui si sentiva amata, per il funerale di Mino Reitano, il cantante morto l'altro ieri a 64 anni. Sono arrivati anche dalla Calabria, all'ultimo momento, qualcuno trascinandosi dietro la valigia fino in chiesa. Tanti anche i personaggi dello spettacolo, mischiati tra la folla come Adriano Celentano e Gianni Morandi o seduti accanto ai familiari come Mike Bongiorno. Un funerale a cuore aperto, come spalancati sono stati sia i cancelli del ranch per il saluto alla salma prima delle esequie, sia le porte della chiesa. Aperte a tutti senza distinzioni. Parenti, amici, conoscenti, fans, volti noti, l'intero paese di Agrate. Amalgamando il suono della banda, l'organo in chiesa e gli applausi. Con i fotografi e cineoperatori assiepati davanti l'altare e la gigantografia di Mino appesa sopra. Una folla che si è stretta attorno alla famiglia, la moglie Patrizia, le figlie Giuseppina e Grazia, seguite da una lunga lista di parenti, al punto che non tutti hanno trovato posto nella chiesa gremita già due ore prima del funerale. Centinaia sono rimasti fuori seguendo la messa dagli altoparlanti. "Era un uomo buono che ha fatto onore alla nostra Calabria", ha detto Stefano Repaci, sindaco di Fiumara sua città di origine, dandogli l'ultimo saluto dall'altare dopo la messa. "Era il simbolo di gente operosa", ha aggiunto subito dopo il presidente della provincia di Milano Filippo Penati. "Era un uomo che aveva sofferto e per questo capiva chi soffriva e per i miei ragazzi ha fatto tanto", ha ricordato il fondatore della comunità Exodus Don Mazzi, che ha concelebrato la messa. Il giorno dell'addio a Mino è cominciato stamattina presto con l'apertura della camera ardente nella sua casa nel Villaggio Reitano alla periferia di Agrate, dove il cantante aveva acquistato anni fa un vasto terreno. Dopo averlo trasformato in un ranch, attrezzandolo anche con campetti per le attività sportive, aveva trasferito la quasi tutta la famiglia. Un fiume ininterrotto di persone ha varcato i cancelli per tutta la mattinata, mentre venivano diffuse le note delle sue canzoni. Numerose le corone. Ne ha inviata una anche il consiglio regionale della Calabria. Alle 15 i funerali nella chiesa di S.Eusebio, nel centro di Agrate. Davanti la parrocchia striscioni di associazioni calabresi, i gonfaloni di Fiumara e Agrate. "Aveva tante caratteristiche ma la migliore era sicuramente la bonta", ha detto Memo Remigi. Nicola di Bari, senza nascondere le lacrime ha aggiunto: 'avrebbe avuto ancora tanto da dire'. A funzione già iniziata è arrivato Mike Bongiorno ('un ragazzo d'oro come ce ne sono pochì, ha detto) che si è seduto accanto ai familiari. Poi Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori, che hanno preferito stare in piedi tra gli altri fedeli. "Andavo a giocare da lui la domenica", ha mormorato il cantante uscendo un attimo prima della conclusione delle esequie. Tra la folla anche Shel Shapiro, Gianni Morandi, Little Tony. All'uscita del feretro ancora applausi. E qualcuno ha sventolato un tricolore.
MINO REITANO, UNA STORIA ITALIANA DEGLI ANNI '60La vicenda di Mino Reitano e' una tipica storia degli anni '60, un ragazzo povero del Sud che comincia a cantare in Germania insieme ai Beatles quando non erano ancora i Beatles, diventa ricco e famoso negli anni del boom e dei milioni di 45 giri, e resta sempre un bravo ragazzo del Sud. Nella seconda parte della sua carriera per tornare al successo e fare la tv, da bravo ragazzo, era diventato il personaggio di se stesso, un inconsapevole simbolo del trash, digiuno di certi meccanismi che pero' gli permettevano di restare alla ribalta, tornare a San Remo e andare in America a cantare negli stadi pieni di italiani. Persino la sua spietata malattia e' diventata una di quelle storie che non mancano mai in quei rotocalchi televisivi dove e' corsa la sua seconda giovinezza professionale, un episodio brutale che lui ha affrontato con la solita ingenuita' di bravo ragazzo. Mino in Germania c'era andato da emigrante ma con i fratelli suona rock'n roll, cosi' ad Amburgo si trovo' a dividere il palco con i Quarrymen, che, tornati a Liverpool, diventeranno i Beatles. Poi e' diventato un protagonista della canzone italiana degli anni '60: prima Castrocaro, poi nel '67 San Remo con un brano di Mogol e Battisti, 'Non prego per me'. Nel 1968 arriva al primo posto della hit parade con 'Avevo un cuore che ti amava tanto', seguito da un altro grande successo, 'Una chitarra cento illusioni'. Nel 1971 vice un Disco per l'estate con 'Era il tempo delle more'. E' il suo periodo piu' felice, partecipa a tutti i festival piu' importanti, vende tantissimi dischi, e' un protagonista fisso di Canzonissima, scrive pure canzoni per Mina e Ornella Vanoni. Il tutto con un fare tra l'impacciato e il dinoccolato e un modo di cantare che sta tra Paul Anka e Luciano Tajoli.La sua e' la biografia perfetta per l'uomo legato alla famiglia che con i primi veri soldi si e' comprato una sorta di ranch in Brianza dove ha vissuto con le famiglie dei fratelli fino alla fine. Dopo un periodo di oscurita', negli anni '80 Mino Reitano e' entrato nella sua esistenza televisiva, della quale la carriera di cantante e' stata l'appendice musicale. Da quel momento diventa un personaggio da rotocalco e ogni sua partecipazione al Festival di Sanremo, soprattutto quella del 1988 con 'Italia', e' stata nel segno della piu' ingenua popolarita', anche se poi, proprio grazie a San Remo, ha trovato altri ingaggi per programmi tv e tournee' per gli italiani all'estero. La malattia raccontata in pubblico ha riservato un'eco immeritata al suo triste finale.

Fonte(Ansa)

Nessun commento: