Il cantante era malato da tempo.
E' morto questa sera dopo una lunga malattia Mino Reitano. Il cantante, 64 anni, si è spento nella sua abitazione di Agrate Brianza, assistito dalla moglie Patrizia e dalla figlia Giuseppina Elena. Reitano era malato da due anni, ed era stato sottoposto a un intervento chirurgico un anno e mezzo fa e, successivamente, nello scorso novembre. I funerali del cantante, che lascia anche un'altra figlia, Grazia Benedetta, si svolgeranno giovedì.
La biografia del cantanteLa vicenda di Mino Reitano è una tipica storia degli anni '60, un ragazzo povero del Sud che comincia a cantare in Germania insieme ai Beatles quando non erano ancora i Beatles, diventa ricco e famoso negli anni del boom e dei milioni di 45 giri, e resta sempre un bravo ragazzo del Sud. Nella seconda parte della sua carriera per tornare al successo e fare la tv, da bravo ragazzo, era diventato il personaggio di se stesso, un inconsapevole simbolo del trash, digiuno di certi meccanismi che però gli permettevano di restare alla ribalta, tornare a San Remo e andare in America a cantare negli stadi pieni di italiani.Persino la sua spietata malattia è diventata una di quelle storie che non mancano mai in quei rotocalchi televisivi dove è corsa la sua seconda giovinezza professionale, un episodio brutale che lui ha affrontato con la solita ingenuita' di bravo ragazzo. Mino in Germania c'era andato da emigrante ma con i fratelli suona rock'n roll, cosi' ad Amburgo si trovo' a dividere il palco con i Quarrymen, che, tornati a Liverpool, diventeranno i Beatles. Poi e' diventato un protagonista della canzone italiana degli anni '60: prima Castrocaro, poi nel '67 San Remo con un brano di Mogol e Battisti, 'Non prego per me'. Nel 1968 arriva al primo posto della hit parade con 'Avevo un cuore che ti amava tanto', seguito da un altro grande successo, 'Una chitarra cento illusioni'. Nel 1971 vice un Disco per l'estate con 'Era il tempo delle more'. E' il suo periodo piu' felice, partecipa a tutti i festival piu' importanti, vende tantissimi dischi, è un protagonista fisso di Canzonissima, scrive pure canzoni per Mina e Ornella Vanoni. Il tutto con un fare tra l'impacciato e il dinoccolato e un modo di cantare che sta tra Paul Anka e Luciano Tajoli. La sua e' la biografia perfetta per l'uomo legato alla famiglia che con i primi veri soldi si e' comprato una sorta di ranch in Brianza dove ha vissuto con le famiglie dei fratelli fino alla fine.Dopo un periodo di oscurita', negli anni '80 Mino Reitano e' entrato nella sua esistenza televisiva, della quale la carriera di cantante e' stata l'appendice musicale. Da quel momento diventa un personaggio da rotocalco e ogni sua partecipazione al Festival di Sanremo, soprattutto quella del 1988 con 'Italia', è stata nel segno della piu' ingenua popolarita', anche se poi, proprio grazie a San Remo, ha trovato altri ingaggi per programmi tv e tournee' per gli italiani all'estero. La malattia raccontata in pubblico ha riservato un'eco immeritata al suo triste finale.
Il cordoglio degli amiciMassimo Ranieri. "Eravamo tutti e due del Sud e per lui provavo grande stima e un affetto sincero. Era la purezza in persona e questo colpiva il pubblico, quella sua bontà e modestia. Era partito dalla Calabria ed era andato in Germania per cantare le nostre canzoni".
Little Tony. "Era un collega e un amico speciale, prezioso, da 40 anni": Little Tony si dice "molto addolorato" per la scomparsa di Mino Reitano, al quale era stato vicino in questi ultimi due anni di malattia. "Ci siamo sentiti ogni settimana, io cercavo di incoraggiarlo in tutti i modi. Lui viveva la malattia con grande entusiasmo - aggiunge - mi diceva sempre che voleva fare un programma in cui io facevo Dean Martin e lui Frank Sinatra. L'anno scorso a Sanremo avrebbe voluto cantare in coppia con me, ma era già malato".
Pippo Baudo. "Mino Reitano era un bravissimo ragazzo, ostinato, il classico emigrante con grande voglia di arrivare, esuberante, simpatico". "Nonostante il finale tragico e la sofferenza che durava da parecchi anni - sottolinea Baudo - Mino è stato fortunato, perché ha avuto dalla vita quello che voleva, passando dall'anonimato della provincia meridionale ai palcoscenici più importanti del mondo dello spettacolo, del quale è diventato a pieno titolo un protagonista".
Fonte(Tgcom)
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