giovedì 15 gennaio 2009

BCE TAGLIA I TASSI DI MEZZO PUNTO AL 2%, AL MINIMO STORICO.

I tassi di interesse di Eurolandia, che la Bce ha tagliato al 2%, scenderanno ancora già a marzo e si preparano a bruciare il record del 2003. Ma, nonostante la recessione in peggioramento, la Banca centrale europea non si appresta a seguire la Fed portandoli allo zero, per tenersi alla larga dalla "trappola della liquidità". Al consiglio direttivo la Bce ha tagliato il costo del denaro di mezzo punto riportando le lancette dei tassi indietro al minimo record segnato nel giugno 2003. Una decisione "unanime" del board, come ha spiegato Trichet, oltre che attesa dai mercati. Ma la riduzione di oggi, la quarta consecutiva da ottobre (-2,25 punti percentuali in tutto) sarà presto seguita da nuovi tagli: "non abbiamo detto che il 2% sia il limite minimo e che non andremo oltre", ha anticipato Trichet. Il minimo record toccato quasi sei anni fa si appresta ad essere bruciato: era una soglia coerente con la Bce immaginata dai suoi "Padri Fondatori", ha spiegato Trichet. Oggi può essere abbattuta visto che la crisi attuale non si era mai vista nell'era dell'Euro. Per trovare qualcosa di simile bisogna risalire agli anni Trenta. L'economia di Eurolandia - ha spiegato il banchiere francese - è alle prese con un "forte rallentamento" che rischia di "durare a lungo". Del resto anche il Fondo monetario internazionale ha detto oggi di attendersi un "ulteriore peggioramento della crisi in atto" in Europa, nell'ambito di una "recessione globale prolungata e che si sta intensificando". Basti pensare che l'inizio del 2009 ha accolto Eurolandia con due tegole come l'entrata in recessione della Germania e la caduta della fiducia dei consumatori europei a minimi record. Se le proiezioni degli economisti interni della Bce, a dicembre, puntavano su una crescita intorno all'1,4% nel 2009, ad appena un mese di distanza da quelle previsioni sono già da rifare. Le nuove 'staff projections' verranno presentate al consiglio Bce del 5 marzo, che si delinea quindi come il più probabile per un nuovo colpo di forbice sui tassi da parte dell'Eurotower, alla luce anche del Pil di Eurolandia del quarto trimestre in arrivo a metà febbraio. Del resto essendo il board di oggi slittato a causa delle festività, "la decisione (sui tassi, ndr) di febbraio è soltanto fra tre settimane", e "la consideriamo non rilevante per la politica monetaria", ha detto Trichet. A meno che non emergano, nel frattempo, brutte sorprese: "siamo pronti a fare il nostro dovere in qualsiasi momento", ha avvertito Trichet. Dipenderà anche dall'andamento dell'inflazione. Il calo degli ultimi mesi è stato "impressionante" - ha detto Trichet riferendosi in particolare al crollo a dicembre all'1,6% - e nei prossimi mesi "sulla base delle ultime indicazioni, avremo un'inflazione eccezionalmente bassa". Per molti economisti épossibile un tuffo dell'indice dei prezzi al consumo sotto lo zero verso giugno, per poi rimbalzare visto che rientrerà l'effetto-base favorevole dato dal confronto annuale dei prezzi petroliferi. Da qui a giugno la Bce potrebbe quindi portare i tassi anche sotto l'1%. Ma senza avvicinarsi troppo allo zero, per non cadere nella trappola della liquidità, la situazione descritta da Keynes in cui i tassi sono così bassi che si preferisce tenere i soldi anziché investirli, e che rischia di peggiorare la recessione. Trichet la identifica come una situazione di "tassi molto, molto bassi", e da cui "una volta che ci sei entrato, è straordinariamente difficile uscire".BANKITALIA: PIL 2009 -2%Bankitalia vede nero per il 2009. Il pil italiano, secondo Via Nazionale, calera' quest'anno del 2% confermando una recessione dura e duratura per l'anno appena iniziato. Un livello non stimato finora neanche dai più pessimisti previsori, ma, avverte Palazzo Koch, il dato di ieri sul crollo della produzione industriale a novembre (-12%) ha modificato il quadro congiunturale, che, come ammette la stessa banca centrale, resta fondamentalmente incerto. Dopo la forte contrazione della scorsa estate, si legge nel Bollettino, l'indice della produzione corretto per il numero di giornate lavorative e per la stagionalità, sarebbe caduto ancor più pesantemente nel quarto trimestre, di circa il 6%; nella media del 2008 il calo sarebbe stato intorno al 4%. Si tratterebbe - spiega Bankitalia - di uno dei peggiori risultati dal dopoguerra; l'intensità del calo è sin qui simile a quella registrata nella crisi del 1974-75 in cui, dopo un anno e mezzo, la contrazione dell'attività superò cumulativamente il 20%. Il dato sul calo del pil arriva nelle mani del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, mentre è in conferenza stampa: "E' allora? - dice - Vuol dire che torniamo come nel 2005-2006. E' così grave? Non mi sembra il Medioevo". Ma la situazione internazionale e la crisi globale sono davvero di portata storica, sottolinea il ministro: "troppi non hanno capito la criticità in atto nel mondo. Guardano il dito e non il cielo". Poco prima Tremonti aveva definito "esercizi congetturali" l'elaborazione delle stime di crescita ritenendo comunque "dati realistici" quelli diffusi da Bankitalia subito dopo. Prevedere l'andamento dell'economia in questo momento, ha detto, è "un mestiere da astrologi".Oltre all'industria, le cause di questo andamento negativo individuate dalla Banca d'Italia sono la caduta della domanda interna, un rallentamento dei salari quest'anno dopo un ultimo periodo più positivo e un freno consistente dell'export (-5% la stima per il 2009). "Una fase ciclica eccezionalmente avversa" la definisce l'istituto guidato da Mario Draghi, a cui si può fare fronte con "ogni possibile iniziativa per attenuare e abbreviare la recessione". A patto però che così facendo non venga "compromessa la sostenibilità nel medio e lungo periodo delle finanze pubbliche. Questa poggia in ultima analisi - avverte Bankitalia - sulla prospettiva di riattivare il processo di crescita dell'economia". E' necessario intervenire subito, e Bankitalia riconosce che "anche in Italia sono state predisposte misure in grado di evitare la paralisi dei mercati finanziari", perché la dinamica "del prodotto potrebbe essere ancora più negativa se prendessero corpo i rischi di un ulteriore indebolimento dell'economia mondiale". Del resto la stessa banca centrale italiana ha visto mutare lo scenario in sei mesi con una previsione che passa da un +0,4% di luglio ad un severo -2%. L'analisi di Bankitalia pone l'accento anche sulla situazione generale delle famiglie italiane. "Tenendo conto anche dell'erosione monetaria delle attività finanziarie nette riconducibili all'aumento dell'inflazione, il reddito disponibile reale si sarebbe ridotto". Non roseo neanche il quadro sulle imprese, in specie le Pmi: "Il credito bancario cresce a tassi ancora sostenuti ma è in rallentamento, riflettendo una domanda di finanziamenti da parte di imprese e famiglie resa più prudente dalla recessione", una decelerazione peraltro più intensa per le Pmi. Si registra inoltre un inasprimento da parte delle banche dei criteri adottati per l'erogazione dei prestiti alle imprese.

Fonte(Ansa)

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