domenica 15 giugno 2008

L'ultimo no -1

Ciao a tutti
con un bel pò di emozione da oggi inizio la pubblicazione, a puntate, di un mio vecchio racconto. Nessuna pretesa letteraria, solo la voglia di condividere una passione. Aspetto con trepidazione i vostri commenti.....



L’ultimo no - 1

Martedì 14 gennaio sarebbe stata una giornata infernale, senza dubbio.
Sciopero dei mezzi pubblici, e sciopero significava maggior affollamento, maggior numero di anziani che si lamentavano per le cose più disparate, maggior numero di passeggini tra i piedi, maggior numero di ragazzi con il volume delle cuffie a tutto spiano.
Insomma sciopero significava maggior società, ed io da un bel pò avevo preso ad odiare tutto ciò che della società mi infastidiva, praticamente quasi tutto.
D’altra parte non era solo lo sciopero a rendermi di pessimo umore.
Da un bel pò il rapporto con Laura era in coma profondo.
Ci eravamo conosciuti innamorati eravamo andati a vivere insieme, tutto di un fiato, ma poi dopo l’amore erano emerse le prime incomprensioni e le prime difficoltà.
Lei aveva i suoi difetti: era disordinata, distratta, possessiva, chiacchierona. Insomma aveva i difetti che hanno milioni di persone, solo che io ero ordinato, attento, nient’affatto possessivo e taciturno. Se è vero che gli opposti si attraggono, noi avevamo iniziato a respingerci.
Pensando al nostro rapporto, mi ripetevo che eravamo arrivati a questa fase di agonia perché incompatibili, che a forza di litigare ci saremmo allontanati, ognuno per la sua strada.
Mi ripetevo tutto questo quasi ossessivamente da quando, in uno dei nostri litigi, Laura aveva detto che la nostra vita insieme era mediocre.
Aveva usato proprio quell’aggettivo: mediocre.
In mezzo a milioni di parole che si ascoltano in una vita sono poche quelle che ti pugnalano alle spalle, quando non te lo aspetti, sono poche le parole che bloccano il frastuono dei pensieri, dinanzi alle quali ogni ragionamento inizia a balbettare.
Mediocre era stata una di quelle parole. Da quando Laura l’aveva pronunciata avevo fatto di tutto per non litigare. Temevo che l’avrebbe ridetto, e, al solo pensiero che lei potesse ripetere quel giudizio, avvertivo una fitta allo stomaco, un bruciore improvviso e urticante.
Da sempre, questo dolore fisico mi aveva avvertito di qualcosa che non andava: all’università, quando ad una domanda sentivo di non saper rispondere; al lavoro, quando mi accorgevo che non sarei mai riuscito a consegnare un programma; in giro con gli amici, quando mi avvicinavo ad una ragazza e l’approccio si rivelava ridicolo.
Insomma tutte le volte che mi sentivo incapace.
Non ci volle molto a capire perché la parola mediocre mi provocava quella reazione quasi ancestrale: a essere mediocre ero io, solo io.
Era questo che avvertivo quando pensavo a quelle parole di Laura.
Nel tempo non avevo trovato di meglio che anestetizzare la reazione che quel giudizio provocava in me, sommergerla sotto il pensiero ossessivo che in realtà non eravamo una coppia mediocre ma due persone incompatibili.
Sapevo di mentire, ma sapevo anche che una bugia poteva diventare realtà a forza di ripetersela.

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