ROMA - La Commissione tecnica dell'Uefa ha scelto lo spagnolo Xavi Hernandez come miglior calciatore della fase finale di Euro 2008. Lo pubblica il sito internet ufficiale dell'Uefa. Il centrocampista del Barcellona "ha dettato i tempi alla formazione di Aragones", come ha spiegato Andy Roxburgh, ct della Scozia ai tempi del Mondiale italiano del '90 e componente l'organismo dell'Uefa, che è stato nominato per esprimere pareri tecnico-tattici sul torneo. Xavi Hernandez ha 28 anni e vanta 63 presenze nella Nazionale spagnola, dove ha realizzato 8 gol. Di seguito il team ideale di Euro 2008
Portieri: Gianluigi Buffon (Italia), Iker Casillas (Spagna), Edwin van der Sar (Olanda)Difensori: Bosingwa (Portogallo), Philipp Lahm (Germania), Carlos Marchena (Spagna), Pepe (Portogallo), Carles Puyol (Spagna), Yuri Zhirkov (Russia)Centrocampisti: Hamit Altintop (Turchia), Luka Modric' (Croazia), Marcos Senna (Spagna), Xavi Hernandez (Spagna), Konstantin Zyryanov (Russia), Michael Ballack (Germania), Cesc Fabregas (Spagna), Andres Iniesta (Spagna), Lukas Podolski (Germania), Wesley Sneijder (Olanda)Attaccanti: Andrei Arshavin (Russia), Roman Pavlyuchenko (Russia), Fernando Torres (Spagna), David Villa (Spagna)
fonte(ansa)
lunedì 30 giugno 2008
TROMBA D'ARIA A MILANO, DANNI E FERITI
MILANO - Parlano di una vera e propria tromba d'aria i vigili del fuoco quando descrivono i danni che ieri sera, in una sola ora, dalle 21 alle 22, il maltempo ha causato a Milano e nell'hinterland, in particolare nella zona sud. A mezzanotte, spiegano alla centrale operativa, tutti i mezzi disponibili erano ancora fuori dai comandi e dai distaccamenti per rispondere alle centinaia di richieste di intervento.E' stato soprattutto il vento a causare danni. A terra è caduto di tutto: rami, alberi, cartelli stradali, impalcature, persino vasi e oggetti che si trovavano su balconi e terrazzi. Gli allagamenti, in proporzione, sono stati pochi. Per questo i vigili del fuoco parlano di tromba d'aria. Intanto si allunga la lista dei feriti. Ai due trasportati negli ospedali Niguarda e San Paolo, secondo i vigili del fuoco se ne aggiungono altri tre, soccorsi a Novegro, nel comune di Segrate, dove era in corso la Festa della Birra e dove, durante un'esibizione, una parte del palco ha ceduto. Nessuno dei tre sarebbe in gravi condizioni.
TEMPORALI E VENTO ANCHE A BRESCIA E PROVINCIAUn'ondata di maltempo si è abbattuta ieri sera anche sulla provincia di Brescia con temporali e forte vento. Diversi alberi sono stati divelti e sono finiti sulle strade. A Salò è caduta una impalcatura. Secondo un primo bilancio non ci sono feriti. Circa un centinaio le chiamate ricevute dal centralino dei vigili del fuoco di Brescia.
fonte(ansa)
TEMPORALI E VENTO ANCHE A BRESCIA E PROVINCIAUn'ondata di maltempo si è abbattuta ieri sera anche sulla provincia di Brescia con temporali e forte vento. Diversi alberi sono stati divelti e sono finiti sulle strade. A Salò è caduta una impalcatura. Secondo un primo bilancio non ci sono feriti. Circa un centinaio le chiamate ricevute dal centralino dei vigili del fuoco di Brescia.
fonte(ansa)
domenica 29 giugno 2008
NIENTE SCONTRINO, CHIUSI 1.214 NEGOZI
ROMA - Sono 1.214 i negozi, bar, ristoranti, pub, chiusi per non aver emesso lo scontrino dopo le verifiche dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. E la maggior parte degli esercizi che hanno dovuto abbassare la saracinesca sono nel nord Italia (593). Aumenta però il numero delle persone che paga subito quanto dovuto al fisco: la maggior imposta definita per adesione o acquiescenza è infatti aumentata tra il 2006 e il 2007, di ben il 43%. Sono questi gli ultimi dati forniti dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza e diffusi dalla Corte dei Conti durante l'ultimo giudizio sul rendiconto generale dello Stato per il 2007. In tutto - spiega la magistratura contabile - le contestazioni per la mancata emissione sono state (a partire dal novembre 2006) 130.472, e di queste 19.070 delle Entrate e 111.402 della Gdf. Di queste 91.603 sono diventate veri e propri atti di contestazione. E 1.214 alla fine sono stati i negozi chiusi. Il nord Italia si aggiudica il primo posto con 593 saracinesche abbassate, segue il Centro-Italia a quota 317 il Mezzogiorno con 304 negozi chiusi. Per contrastare i fenomeni "fraudolenti", anche nel settore immobiliare e in quello finanziario ("nei quali - dice la Corte - si assiste a comportamenti di rilevante gravità") sono state svolte 511 'indagini' (verifiche, accessi mirati, ecc) che hanno fatto emergere 414 milioni di euro fra imposte dirette e Irap e una maggior imposta di 85 milioni per l'Iva. L'azione complessiva dell'Agenzia ha avuto buoni risultati con un aumento del 10,6% tra il 2006 e il 2007 della maggior imposta complessivamente accertata (a quota 14,5 milioni) e soprattutto con una maggior imposta definita per adesione e acquiescenza: +43%. Per quanto riguarda la Guardia di Finanza la Corte mette in evidenza come ci sia stata tra il 2006 e il 2007 un incremento del 27% dei controlli (oltre quota 940.000). Ciò si è tradotto in un "incremento esponenziale, +78%" dei risultati complessivi in materia di basi imponibili ai fini delle imposte sui redditi e "in un significativo aumento, +35%, di quelli in tema di Iva. Complessivamente i rilievi formulati in materia di imposte sui redditi per circa 30 miliardi di euro e l'Iva dovuta e/o non versata per 5,3 miliardi di euro sono in assoluto i più alti degli ultimi decenni".
fonte(ansa)
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WINEHOUSE, PUGNI AD UN AMMIRATORE
LONDRA - Amy Winehouse ha dato un'ulteriore prova della sua esuberanza al festival di Glastonbury: ha tirato un pugno ad un fan durante una esibizione ad uno dei più importanti eventi di musica pop in Gran Bretagna. La cantante, spesso alla deriva per problemi di droga e di salute, ha in apparenza reagito in modo esagerato quando si è sentita toccata i capelli dal fan che non ha comunque presentato denuncia. L'incidente è successo dopo che la Winehouse era scesa tra la folla per cantare uno dei suoi cavalli di battaglia, 'Rehab'. Dopo l'esibizione a Glastonbury, che è venuta 24 ore dopo quella al mega-concerto londinese per i 90 anni di Mandela, la regina del pop britannico è ritornata in clinica a Londra dove la curano per un inizio di enfisema polmonare. A Glastonbury, che si trova nella campagna del Somerset ed è una specie di Woodstock britannica, la Winehouse è riuscita a cantare ininterrottamente per un'ora a dispetto dell'enfisema ma é apparsa confusa e schizofrenica come le capita nei momenti peggiori. Tra una canzone e l'altra ha detto solo parolacce e frasi sconnesse ed ad un certo punto ha annunciato al pubblico: "Mio marito sarà fuori di prigione tra due settimane". Suo marito Blake Fielder-Civil è da qualche mese in carcere perché avrebbe cercato di comprare un testimone in una vicenda di aggressione in cui è pesantemente implicato
fonte(ansa)
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Torres-gol:Spagna campione d'Europa
Grazie a un gol di Torres segnato al 33' del primo tempo, la Spagna batte la Germania e torna dopo 44 anni sul trono calcistico europeo. La finale di Vienna finisce 1-0 per le Furie Rosse: una vittoria complessivamente meritata, visto che la Germania, migliore nei primi 20 minuti, ha subìto con l'andare dei minuti la maggiore tecnica degli spagnoli, che hanno colpito anche un palo sullo 0-0 e mancato buone occasioni per il raddoppio
fonte(tgcom)
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Mandela,90 anni:Amy star dello show
Cantante infiamma i 50mila a Hyde Park
Amy Winehouse è stata la regina della serata di Hyde Park in onore di Nelson Mandela: la cantante inglese ha infiammato i quasi 50mila presenti. Sono bastati "Rehab" e "Valerie" ad Amy per rubare la scena agli altri artisti. Inizialmente insicura, traballante sui tacchi, ha poi dato sfoggio del suo grande talento vocale e carismatico, messo a costante rischio dalla turbolenta vita personale e dagli eccessi con la droga.
Winehouse, in vestitino bianco e nero, con un fermaglio nei capelli con la scritta "Blake" (il nome del marito in carcere), ha fatto una passerella tra il pubblico adorante, al termine del secondo brano.Il concerto è stato una grande festa con decine di star del pop e del rock, un tributo politico-musicale a un uomo che simboleggia la lotta contro tutte le oppressioni, una notte di mobilitazione contro l'aids: l'evento per i 90 anni di Nelson Mandela è stato tutto questo, anche se dal punto di vista strettamente musicale forse non è stato indimenticabile, come fu il Live Aid o il concerto londinese del 1988 che chiedeva la libertà proprio di Mandela.
Ma quando il grande leader sudafricano, simbolo della lotta per i diritti umani, è apparso sul palco di Hyde Park, intensissimo nonostante la fragilità dei suoi quasi 90 anni, il concerto 46664 (era il numero del carcerato Mandela nei suoi 27 anni in cella) di Londra si è trasformato in un evento emozionante, memorabile.Da Zucchero ai Queen, da Jamelia a Joan Baez, da Johnny Clegg all'attesissima Amy Winehouse (che è stata decisamente la regina della serata, in buona forma, nonostante l'enfisema che l'ha fatta finire in clinica fino a qualche giorno fa), ai molti artisti sudafricani, tutti hanno augurato un calorosissimo buon compleanno a Mandela. Nuvole nere e vento hanno accolto i 46664 spettatori paganti. Come sempre, nei concerti in Inghilterra, l'attenzione e la partecipazione del pubblico sono modeste, persino a un evento che si vuole "storico" come questo: la gente chiacchiera durante la musica, ma soprattutto fa avanti e indietro per procacciarsi la birra. Uno slancio emotivo (negativo) lo ha provocato il video di "tanti auguri" di Victoria Beckham sul maxischermo (insieme a quelli di Richard Branson, dello chef Gordon Ramsey e di altri vip più o meno conosciuti), accolto da un boato di fischi. Qualche applauso convinto lo strappano Leona Lewis, bellissima regina delle chart Usa e Gb, e anche la straordinaria Jamelia. Per il resto, quasi una scampagnata del weekend al palco, per i più.Le cose sono cambiate però quando è arrivato lo statista, che avanzava a fatica, sorridente solo a momenti, e ha preso la parola dopo che dal pubblico è esploso un calorosissimo "happy birthday". Sul palco, quasi tutti gli artisti della serata. "Vent'anni fa - ha detto Mandela con voce sicura e lenta, mentre nel grande parco londinese calava un silenzio assoluto - Londra ospitò questo concerto che chiedeva la nostra libertà, che ci ispirò nelle nostre prigioni. Stasera siamo qui liberi, e siamo onorati. Ma anche se siamo qui a festeggiare, il nostro lavoro non è finito. Perché c'è povertà, oppressione, aids. Il nostro lavoro vuole portare la libertà a tutti... stasera diciamo, a quasi 90 anni, è tempo di avere nuove mani per sollevare questo fardello". "E' nelle vostre mani", ha detto l'anziano leader, ripetendo lo slogan della campagna anti Aids 46664. Poi si è allontanato tra le ovazioni della folla. Per tutto il concerto, Mandela è stato nella tribuna d'onore con accanto il premier Gordon Brown, mentre una sfilza di celebrità passavano ad omaggiarlo. A Hyde Park c'era anche Zucchero, che ha augurato il suo Buon Compleanno a Mandela interpretando al piano sul palco di Hyde Park a Londra "Everybody's got to learn sometime", insieme a Jivan Gasparyan, grande compositore autore tra l'altro della colonna sonora de "Il gladiatore".Senza intoppi, ma anche senza grandi brividi, il concerto si è concluso, mentre sui grandi schermi scorrevano le migliaia di messaggi di buon compleanno inviati da tutto il mondo al sito del concerto, e sul palco scorrevano Annie Lennox, Simple Minds (sempre travolgenti Don't you forget about me e Mandela day), Eddie Grant, Queen (gli unici a fare un mini concerto), e nel gran finale, ancora Amy Winehouse superstar a guidare tutti gli altri, per una Free Nelson Mandela, inno della lotta all'apartheid.
fonte (tgcom)
Amy Winehouse è stata la regina della serata di Hyde Park in onore di Nelson Mandela: la cantante inglese ha infiammato i quasi 50mila presenti. Sono bastati "Rehab" e "Valerie" ad Amy per rubare la scena agli altri artisti. Inizialmente insicura, traballante sui tacchi, ha poi dato sfoggio del suo grande talento vocale e carismatico, messo a costante rischio dalla turbolenta vita personale e dagli eccessi con la droga.
Winehouse, in vestitino bianco e nero, con un fermaglio nei capelli con la scritta "Blake" (il nome del marito in carcere), ha fatto una passerella tra il pubblico adorante, al termine del secondo brano.Il concerto è stato una grande festa con decine di star del pop e del rock, un tributo politico-musicale a un uomo che simboleggia la lotta contro tutte le oppressioni, una notte di mobilitazione contro l'aids: l'evento per i 90 anni di Nelson Mandela è stato tutto questo, anche se dal punto di vista strettamente musicale forse non è stato indimenticabile, come fu il Live Aid o il concerto londinese del 1988 che chiedeva la libertà proprio di Mandela.
Ma quando il grande leader sudafricano, simbolo della lotta per i diritti umani, è apparso sul palco di Hyde Park, intensissimo nonostante la fragilità dei suoi quasi 90 anni, il concerto 46664 (era il numero del carcerato Mandela nei suoi 27 anni in cella) di Londra si è trasformato in un evento emozionante, memorabile.Da Zucchero ai Queen, da Jamelia a Joan Baez, da Johnny Clegg all'attesissima Amy Winehouse (che è stata decisamente la regina della serata, in buona forma, nonostante l'enfisema che l'ha fatta finire in clinica fino a qualche giorno fa), ai molti artisti sudafricani, tutti hanno augurato un calorosissimo buon compleanno a Mandela. Nuvole nere e vento hanno accolto i 46664 spettatori paganti. Come sempre, nei concerti in Inghilterra, l'attenzione e la partecipazione del pubblico sono modeste, persino a un evento che si vuole "storico" come questo: la gente chiacchiera durante la musica, ma soprattutto fa avanti e indietro per procacciarsi la birra. Uno slancio emotivo (negativo) lo ha provocato il video di "tanti auguri" di Victoria Beckham sul maxischermo (insieme a quelli di Richard Branson, dello chef Gordon Ramsey e di altri vip più o meno conosciuti), accolto da un boato di fischi. Qualche applauso convinto lo strappano Leona Lewis, bellissima regina delle chart Usa e Gb, e anche la straordinaria Jamelia. Per il resto, quasi una scampagnata del weekend al palco, per i più.Le cose sono cambiate però quando è arrivato lo statista, che avanzava a fatica, sorridente solo a momenti, e ha preso la parola dopo che dal pubblico è esploso un calorosissimo "happy birthday". Sul palco, quasi tutti gli artisti della serata. "Vent'anni fa - ha detto Mandela con voce sicura e lenta, mentre nel grande parco londinese calava un silenzio assoluto - Londra ospitò questo concerto che chiedeva la nostra libertà, che ci ispirò nelle nostre prigioni. Stasera siamo qui liberi, e siamo onorati. Ma anche se siamo qui a festeggiare, il nostro lavoro non è finito. Perché c'è povertà, oppressione, aids. Il nostro lavoro vuole portare la libertà a tutti... stasera diciamo, a quasi 90 anni, è tempo di avere nuove mani per sollevare questo fardello". "E' nelle vostre mani", ha detto l'anziano leader, ripetendo lo slogan della campagna anti Aids 46664. Poi si è allontanato tra le ovazioni della folla. Per tutto il concerto, Mandela è stato nella tribuna d'onore con accanto il premier Gordon Brown, mentre una sfilza di celebrità passavano ad omaggiarlo. A Hyde Park c'era anche Zucchero, che ha augurato il suo Buon Compleanno a Mandela interpretando al piano sul palco di Hyde Park a Londra "Everybody's got to learn sometime", insieme a Jivan Gasparyan, grande compositore autore tra l'altro della colonna sonora de "Il gladiatore".Senza intoppi, ma anche senza grandi brividi, il concerto si è concluso, mentre sui grandi schermi scorrevano le migliaia di messaggi di buon compleanno inviati da tutto il mondo al sito del concerto, e sul palco scorrevano Annie Lennox, Simple Minds (sempre travolgenti Don't you forget about me e Mandela day), Eddie Grant, Queen (gli unici a fare un mini concerto), e nel gran finale, ancora Amy Winehouse superstar a guidare tutti gli altri, per una Free Nelson Mandela, inno della lotta all'apartheid.
fonte (tgcom)
METTE ALL'ASTA LA SUA VITA SU EBAY E LA VENDE PER POCO
Pensateci due volte prima di mettere all'asta su internet l'intera vostra vita: potreste scoprire che vale molto meno di quanto credete. Lo ha imparato a sue spese un inglese emigrato in Australia, che su Ebay ha venduto in blocco al miglior offerente casa, automobile, moto, barca, vestiti, amici e persino il posto di lavoro in un negozio di tappeti. Sembrava che Ian Usher dovesse diventare milionario ma alla fine ha racimolato una somma pari ad appena 250.000 euro, meno di quanto vale da sola la sua villetta di Perth. L'asta, finita con un magro risultato, era incominciata una settimana fa sotto i migliori auspici: nel giro di poche ore si era già schizzati sopra il milione di euro, con più di cento puntate. Molte di queste puntate si sono però rivelate fasulle, piazzate da gente che non era nemmeno registrata con Ebay e che in qualche modo era riuscita a intrufolarsi per scherzo. "Sono abbastanza contento. Onestamente mi aspettavo di più. Sono deluso per le puntate false ma non sorpreso. E non ho rimpianti. Quello che è fatto è fatto", ha commentato Usher alla fine della magra asta. Quarantaquattro anni, da sei in Australia dove si è cimentato con i più disparati e avventurosi mestieri, l'inglese ha messo in vendita la sua vita su Ebay per dare un taglio netto con il passato dopo che l'anno scorso è stato piantato dalla moglie Laura. "La mia esistenza qui - ha spiegato - è fantastica ma voglio chiudere e incominciare daccapo altrove. Per questo vendo tutto, dal contenuto del mio guardaroba al bollitore, dai coltelli all'automobile". La vendita dell'intero "pacchetto di vita" gli è sembrata più spedita e pratica rispetto a quella a spizzichi e bocconi, e sulla carta è apparsa piuttosto appetibile: Usher risiede in una ariosa villetta con tre camere da letto a circa mezz'ora di treno dal centro di Perth. Oltre ad un'auto Mazda ha una moto Kawasaki in grado di fare duecento chilometri all'ora, tutta l'attrezzatura per il surfing e per il diving, un kit completo da paracadutista e un grande televisore con schermo piatto. Sembra avere amici simpatici. Non guasta la garanzia di un posto da commesso in un negozio di tappeti e non è nemmeno da buttare il fatto che Perth è baciata dal sole per gran parte dell'anno. A caldo Usher non ha voluto rivelare oggi l'identità di chi ha vinto l'inconsueta asta ("prima voglio parlargli in privato al telefono e regolare bene le cose") ma ha indicato che appena avrà ceduto la sua vecchia vita si metterà a viaggiare. Parigi sarà una delle prime mete. "Voglio salire in cima alla Tour Eiffel, è una delle tante cose che voglio fare".
fonte(ansa)
fonte(ansa)
sabato 28 giugno 2008
L'ultimo no -2
Quando arrivai in ufficio tutto era andato secondo le previsioni: lo sciopero mi aveva reso intrattabile.
Accesi il computer e posai il cappotto; presto notai il computer di Marco acceso.
L’open space non è certo il tempio della discrezione, così subito vidi che stava parlando con Toscani, il manager che dirigeva il nostro ufficio.
Quando venne a sedersi, mi salutò con la consueta cordialità:
“Ciao capo”.
“Ciao Marco”.
Capo era il nomignolo con cui mi appellava di tanto in tanto.
Era infatti più piccolo di me di qualche anno, ma soprattutto era arrivato da poco. Mi avevano affidato il compito di fargli da tutor e io avevo interpretato quell’incarico come una vera rogna. In realtà non era stato affatto tale; Marco era un ragazzo sveglio, intelligente, curioso e aveva appreso presto gran parte di ciò che doveva imparare.
Praticamente, arrivato subito dopo l’estate, già prima di Natale era autonomo nei compiti che gli venivano affidati, a meno di piccoli dubbi e incertezze che di tanto in tanto mi sottoponeva.
Dai tre mesi di affiancamento che gli avevo fatto avevo ereditato la sua vicinanza di scrivania e l’appellativo di capo, nonché un sincero affetto.
Mentre stavo per chiedergli dello sciopero, con tono disarmante mi disse:
“Non mi hanno confermato, fra un mese vado via”.
A lasciarmi di stucco, più che le parole, fu l’espressione: un sorriso smorzato, appena accennato, ma capace di trasmettere insieme ironia e tristezza.
Marco era stato assunto in prova per cinque mesi, alla fine dei quali sarebbe scattata l’assunzione, previo riconferma; avevo ormai dato per assodato la sua assunzione, al punto da dimenticare del tutto il previo riconferma..
“So che ti dispiace, ma per favore continuiamo a lavorare normalmente, non ho voglia di parlarne”.
Con il capo feci segno di si; certo che mi dispiaceva e certo avrei rispettato la sua scelta .
Nelle ore successive radio ufficio fece egregiamente il suo lavoro cosicché venni a sapere che fra i sei in prova solo Marco non era stato riconfermato e che nel, comunicargli la decisione, Toscani gli aveva detto che, pur avendo grandi doti, si era tuttavia rivelato non idoneo alle nostre attività.
Un capolavoro di diplomazia, che altro dire!
Marco era molto più capace degli altri cinque. La realtà era ben diversa: era una testa pensante, e faceva sempre presente, anche con i dovuti modi, le sue opinioni. Inoltre, unico tra i sei in prova, a dicembre aveva aderito ad uno sciopero di categoria per il rinnovo del contratto.
A quello sciopero io non avevo aderito, anzi avevo fatto due ore di straordinario per compensare la sua assenza.La giornata trascorse come aveva chiesto Marco, come se niente fosse accaduto. La sua reazione mi disorientava, non riuscivo a capire se quello era il suo atteggiamento tipico dinanzi alle cattive notizie o se, alla fine, non gli dispiaceva poi tanto lasciare quel posto.
Accesi il computer e posai il cappotto; presto notai il computer di Marco acceso.
L’open space non è certo il tempio della discrezione, così subito vidi che stava parlando con Toscani, il manager che dirigeva il nostro ufficio.
Quando venne a sedersi, mi salutò con la consueta cordialità:
“Ciao capo”.
“Ciao Marco”.
Capo era il nomignolo con cui mi appellava di tanto in tanto.
Era infatti più piccolo di me di qualche anno, ma soprattutto era arrivato da poco. Mi avevano affidato il compito di fargli da tutor e io avevo interpretato quell’incarico come una vera rogna. In realtà non era stato affatto tale; Marco era un ragazzo sveglio, intelligente, curioso e aveva appreso presto gran parte di ciò che doveva imparare.
Praticamente, arrivato subito dopo l’estate, già prima di Natale era autonomo nei compiti che gli venivano affidati, a meno di piccoli dubbi e incertezze che di tanto in tanto mi sottoponeva.
Dai tre mesi di affiancamento che gli avevo fatto avevo ereditato la sua vicinanza di scrivania e l’appellativo di capo, nonché un sincero affetto.
Mentre stavo per chiedergli dello sciopero, con tono disarmante mi disse:
“Non mi hanno confermato, fra un mese vado via”.
A lasciarmi di stucco, più che le parole, fu l’espressione: un sorriso smorzato, appena accennato, ma capace di trasmettere insieme ironia e tristezza.
Marco era stato assunto in prova per cinque mesi, alla fine dei quali sarebbe scattata l’assunzione, previo riconferma; avevo ormai dato per assodato la sua assunzione, al punto da dimenticare del tutto il previo riconferma..
“So che ti dispiace, ma per favore continuiamo a lavorare normalmente, non ho voglia di parlarne”.
Con il capo feci segno di si; certo che mi dispiaceva e certo avrei rispettato la sua scelta .
Nelle ore successive radio ufficio fece egregiamente il suo lavoro cosicché venni a sapere che fra i sei in prova solo Marco non era stato riconfermato e che nel, comunicargli la decisione, Toscani gli aveva detto che, pur avendo grandi doti, si era tuttavia rivelato non idoneo alle nostre attività.
Un capolavoro di diplomazia, che altro dire!
Marco era molto più capace degli altri cinque. La realtà era ben diversa: era una testa pensante, e faceva sempre presente, anche con i dovuti modi, le sue opinioni. Inoltre, unico tra i sei in prova, a dicembre aveva aderito ad uno sciopero di categoria per il rinnovo del contratto.
A quello sciopero io non avevo aderito, anzi avevo fatto due ore di straordinario per compensare la sua assenza.La giornata trascorse come aveva chiesto Marco, come se niente fosse accaduto. La sua reazione mi disorientava, non riuscivo a capire se quello era il suo atteggiamento tipico dinanzi alle cattive notizie o se, alla fine, non gli dispiaceva poi tanto lasciare quel posto.
venerdì 27 giugno 2008
Amy Winehouse ci beve su
Amy Winehouse non è fuori pericolo e ciò che dovrebbe fare ora è pensare a salvarsi la pelle: dimenticare gli impegni lavorativi e soprattutto dimenticare la droga. Ma Wino in questo momento è una macchina per fare soldi che non si può fermare. Così, nonostante il suo fisico e la sua psiche siano a pezzi, non si prenderà nessun periodo di riposo. E neppure darà un taglio a quei vizi che la stanno uccidendo, continuando a fregarsene di ciò che dicono i medici.Ha un enfisema polmonare, motivo per cui avrebbe dovuto dire addio alle sigarette. Ma non lo ha fatto: si è coperta di cerotti alla nicotina eha continuato a fumare. Ieri, poi, dopo aver fatto visita in carcere al marito Blake Fielder-Civil, è entrata in un negozio per comprare alcune bottiglie di liquore. Amy ormai è tutta capelli: non fosse per la cofana che si porta appresso risulterebbe quasi invisibile. Non per questo rinuncerà a salire sul palco, chissà in quali condizioni: canterà sia al festival di Glastonbury che al concerto-omaggio per i 90 ani di Nelson Mandela, che verrà tramesso in diretta da Mtv
fonte (Libero News)
fonte (Libero News)
PER LE FURIE ROSSE FINALE CONTRO LA GERMANIA
A Vienna la Spagna ha superato meritatamente la Russia nella seconda semifinale di Euro 2008 con un rotondo 3-0. Le Furie Rosse di Aragones hanno trovato tutti i gol nella ripresa grazie a Xavi, Güiza e Silva. Unica nota stonata l'infortunio di Villa. Domenica sera con inizio alle 20:45 è in programma la finale con la Germania.
Nba, Gallinari a New York ma sono subito fischi
NEW YORK - Sarà con i New York Knicks l'avventura americana di Danilo Gallinari, astro nascente del basket italiano. Ma il giovane talento dell'Armani Jeans Milano ha sperimentato sulla sua pelle al suo primo contatto ufficiale con il mondo della NBA Usa che il basket in America è un'altra cosa. Alla serata organizzata al Madison Square Garden di New York per la Draft NBA 2008 l'annuncio che i New York Knicks avevano scelto il giocatore italiano (sesto giocatore assoluto ad essere scelto nell'ambito) è stato accolto dai fischi e dalle contestazioni dei tanti tifosi newyorkesi presenti. Il giovane attaccante della Jeans Milano, che a Milano era abituato ad essere applaudito in campo come la stella della squadra, ha subito sperimentato che significa alzare il livello delle proprie aspettative. Per conquistare le simpatie del suo nuovo pubblico dovrà "lavorare duro" ha ammesso, e di certo il pubblico NBA è molto, molto esigente. "So che devo migliorare sul piano difensivo - ha detto Gallinari - ma ce la metterò tutta. New York è la città più bella al mondo e farò del mio meglio per dimostrare che posso dare il mio contributo per vincere". Nato a Sant'Angelo Lodigiano l' 8 agosto 1988, Danilo Gallinari è figlio di Vittorio Gallinari, il campione dell'Olimpia Milano che fu compagno di squadra di Mike D'Antoni. Ed è stato proprio D'Antoni, oggi allenatore dei New York Knicks, a volere il giovane italiano in squadra, nonostante lo scetticismo dell'ambiente. Gallinari, considerato un giocatore dal talento più offensivo che difensivo, è reduce da una stagione per lui straordinaria. Con la Jeans Milano ha conquistato dall'alto dei suoi 206 centimetri e dei suoi 20 anni il premio Rising Star Trophy 2008, premio assegnato da allenatori e campioni al miglior giocatore under 22 dell'Eurolega. Quel trofeo equivale alla qualifica di astro nascente. In Italia, forse, ma in America la strada che porta a diventare star per il momento è tutta in salita. "Il lavoro non mi spaventa, sono qui per migliorare, per crescere professionalmente" ha detto da primo palco NBA della sua vita. Nonostante un inglese fluente, era visibilmente imbarazzato. In platea, commosso ma sommerso da tutti quei fischi, lo applaudiva papà Vittorio. Gallinari è il terzo giocatore italiano ad essere considerato "eleggibile" nell'ambito Draft NBA dopo Andrea Bargnani (che due anni fa fu scelto dai Toronto Raptors) e Andrea Belinelli (che un anno fa andò, come 18/ma scelta, ai Golden State Warriors). Una curiosità: la prima scelta assoluta della Draft 2008 è stata quest'anno Derrick Rose, campione dei Memphis preso dai Chicago Bulls. Il candidato democratico alle presidenziali Usa, Barack Obama, che vive a Chicago e che è grande appassionato di basket oltre che grande tifoso dei Bulls, in giornata lo aveva predetto: "Se prendessimo Derrick Rose sarebbe il massimo....". Anche lui a Gallinari proprio non ci aveva pensato.
fonte "ansa"
fonte "ansa"
DONNE E MOTORI: GIOIE, NON DOLORI
Donne e motori: un binomio vincente, ma questa volta non "a beneficio" del sesso forte. E' proprio "l'altra metà del cielo", infatti, a battere gli uomini su uno dei loro cavalli di battaglia: l'automobile. Molto meno coinvolte negli incidenti dei maschi (solo nel 30% dei sinistri), le donne alla guida sono più "fredde e razionali", e anche più attente ai consumi, in uno scenario in cui il caro-carburante rischia di "far diventare la mobilità un lusso". Queste ultime sono solo previsioni, visto che il 90% degli italiani continua a preferire l'auto al mezzo pubblico, che però si realizzeranno "con la benzina a 2,50 euro". A sfatare il tabù dell'uomo più bravo alla guida della donna è il "Rapporto Mobilità 2008" di Aci e Censis. Lo studio sottolinea che il 70% degli incidenti gravi in ambito urbano vede un uomo alla guida, mentre le donne hanno un rapporto più concreto con il veicolo, che vogliono "parcheggiabile, maneggevole, economico". Una filosofia apparentemente condivisa dai maschi, che come le donne dicono di volere un'auto "affidabile, sicura ed economica", ma, in fondo, la sognano "potente, veloce e bella". In una parola, sono "autocentrici". A spiegare il fenomeno è il presidente del Censis, Giuseppe De Rita. "Con meno risorse - ha detto - le famiglie devono fare attenzione ai proprio consumi e la donna sa farlo, anche nell'uso della macchina". Del resto quello della mobilità - denuncia il rapporto - rischia di "diventare un discrimine sociale". In particolare, se il carburante toccasse i 2,50 euro, comincerebbe a ridurre l'uso dell'auto il 32,1% dei lavoratori atipici ed il 36,8% degli studenti. Per ora l'auto rimane il mezzo di trasporto preferito dal 90% degli italiani, mentre l'uso dei mezzi pubblici - sia pure in aumento - nel 2007 ha riguardato il 25%. La stessa spesa per il carburante - ha spiegato De Rita - "é rimasta a 1.600 euro l'anno. Il consumo è infatti sceso, ma l'ammontare è lo stesso, perché si spende di meno sui pedaggi e la manutenzione straordinaria". E gli italiani - la stima è di Legambiente - consumano ben 350 litri di benzina a testa ogni anno. Un problema che è anche sociale: come denunciano Aci e Censis, il costo annuale degli incidenti stradali in Italia è di 35 miliardi di euro, pari al 2,5-2,6% del pil. Ogni giorno se ne verificano 652, con 16 vittime e 912 feriti. Sulle loro cause gli italiani sono d'accordo: si guida male, principalmente "per l'influsso di alcool e droghe". E su questo fronte è allarme per la loro diffusione "a portata di paghetta". "C'é preoccupazione - ha concluso De Rita - visto che un grammo di cocaina che nel 2004 costava 40 euro oggi ne costa 15". "Droghe e alcool sono una grande piaga in forte aumento - ha sottolineato Enrico Gelpi, presidente dell'Aci - e soprattutto sono condizioni che creano la maggiore pericolosità. Bisogna applicare la 'tolleranza zero'".
fonte "ansa"
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giovedì 26 giugno 2008
E ufficiale,Donadoni "scaricato"da Abete
ROMA - Roberto Donadoni non è più il ct della nazionale. Lo ha comunciato la federcalcio, al termine di un lungo incontro tra Abete e il tecnico che ha guidato la nazionale del 2008. "La federcalcio - precisa il comunicato - ritiene esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza"."Il presidente Abete - informa il comunicato della Federcalcio - ha ricevuto oggi nella sede della Figc, il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni. Nel corso dell'incontro, come annunciato, è stato fatto un bilancio dell'attività svolta negli ultimi due anni e nell'andamento dei campionati europei". "Nel confermare a Donadoni sincera stima personale - prosegue il comunicato - e apprezzamento per la serietà ed il qualificato impegno professionale che hanno contraddistinto il suo lavoro alla guida della nazionale, il presidente Abete ha altresì comunicato al tecnico la decisione della Figc di ritenere esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza".Il contratto prevedeva altri due anni, ma con una clausola che permetteva di far decadere l'accordo stesso entro 10 giorni dall'uscita dell'Italia dall'Europeo.Roberto Donadoni è arrivato alle 13 in Federcalcio a piedi accompagnato dal segretario delle nazionali Mauro Vladovich. Donadoni era a Roma dalla tarda mattinata, ma per arrivare in Federcalcio ha atteso finché nei suoi uffici è tornato Abete, che li aveva lasciati poco dopo le 11.
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"ansa"
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mercoledì 25 giugno 2008
A SAN SIRO SPRINGSTEEN, IL BOSS
ROMA - San Siro è 'lo stadio' degli springsteeniani italiani. Esattamente dal 21 giugno 1985, la prima volta del Boss in Italia, ai tempi dei trionfi di 'Born in the Usa'. Oggi torna nella Scala del calcio per la terza volta e, manco a dirlo, c'é il tutto esaurito da tempo. Lo show, che dura circa tre ore, comincerà alle 20.30 e terminerà alle 23.30 per rispettare un'ordinanza comunale. Quando su un palco salgono Bruce Springsteen e la 'E Street Band' e' sempre un evento: nessun concerto è mai uguale all'altro e ogni volta c'é una sorpresa. D'altra parte Bruce può pescare in un repertorio sterminato che, oltre al suo inarrivabile canzoniere, comprende anche la storia del rock'n'roll e della black music. E nessuno mette in discussione che la E Street Band sia la più grande backin' band della storia del rock. A San Siro i fan si aspettano l'evento e sanno che Bruce non tradisce mai. Da quando è ripartita la tournée negli Stati Uniti, ogni scaletta è stata arricchita da chicche anche imprevedibili, ripescaggi dai vecchi album o dal repertorio da quei pezzi mai pubblicati (e raccolti nell'imperdibile cofanetto Tracks) che avrebbero fatto la fortuna di qualunque altro rocker. Con l'Italia esiste un legame speciale: mamma Springsteen si chiama infatti Adele Zirilli e i fan ogni volta che il Boss viene nel Paese ce la mettono tutta per farlo sentire a casa. In Europa, solo l'Irlanda, terra d'origine del papà Douglas, uno dei personaggi chiave di tante sue canzoni dal punto di vista emotivo, regge il confronto con l'Italia. Magic, il suo ultimo album, è bellissimo e, come è stato ampiamente dimostrato nel concerto di Milano dello scorso novembre, i suoi brani reggono bene il confronto con i classici del passato. Anche questo tour sta avendo riscontri trionfali: il 20 luglio al Camp Nou di Barcellona, sarà l'ultima delle 23 tappe europee. Nel frattempo ne sono state aggiunte 12 negli Usa: quando suoneranno l'ultima il 30 agosto a Milwaukee avranno totalizzato 100 concerti e più di due milioni di spettatori. L'attuale tournee sarà la prima di Springsteen e della e Street Band senza Danny Federici, morto pochi mesi fa per un melanoma. Federici, che gli amici chiamavano The phantom, è stato l'organista del Boss per 40 anni. Ora al posto suo c'é Charlie Giordano, già protagonista delle Seeger sessions. Gli altri sono tutti al loro posto: 'professor' Roy Bittan al pianoforte e alle tastiere, 'the mighty mighty' Max Weimberg alla batteria, Little Steven Van Zandt, il Silvio Dante dei Soprano, alla chitarra, Gary Tallent al basso, Clarence Big Man Clemmons al sax, Nils Lofgren alla chitarra, Soozie Tyrrell violino e cori, Patti Scialfa, la signora Springsteen, alla chitarra e cori. Loro sono lo spettacolo nello spettacolo e la presentazione della band da parte del Boss è uno dei tanti appuntamenti collettivi di un concerto che non a caso Springsteen definisce 'rock'n'roll baptism'. C'é da scommetterci che al boato che accoglierà l'invocazione 'is anybody alive out there?' (c'é qualcuno vivo la fuori? La frase di Radio nowhere che apre Magic e il concerto) anche Danny Federici sorriderà da lassù, nel paradiso del rock'n'roll.
fonte(ansa)
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martedì 24 giugno 2008
21-06 solstizio d'estate......
... in concomitanza al solstizio d'estate si festeggia il mio compleanno.
Tornano le foto in questo caso fatte da mia moglie Annalisa.
Abbiam cenato tutti assieme dall'Annina punto di ritrovo e rifocillazione del gruppo.
Ringrazio tutti i partecipanti.
Un caloroso saluto a tutti.
Robelli
Tornano le foto in questo caso fatte da mia moglie Annalisa.
Abbiam cenato tutti assieme dall'Annina punto di ritrovo e rifocillazione del gruppo.
Ringrazio tutti i partecipanti.
Un caloroso saluto a tutti.
Robelli
martedì 17 giugno 2008
Addio a Mario Rigoni Stern
E' morto ieri ad Asiago Mario Rigono Stern; la notizia è stata data solo stasera, a funerali ultimati.
Non sono un critico letterario, nè un giornalista per cui non mi è facile scrivere un vero articolo.
Allora parlo da lettore e tutto mi risulta più facile.
Leggere Rigoni Stern significa leggere di sentimenti, di morte, di lealtà, di natura; tutto senza retorica, senza fronzoli, ma con una semplicità che è al tempo stesso potenza espressiva.
Quando leggi le sue pagine senti freddo, se parla di neve; senti il vento e la pioggia, se parla di tempesta; senti il canto degli uccelli, se parla di boschi.
"Il sergente nella neve" è un capolavoro indiscusso, un'opera che insegna cosa è la scrittura, la narrazione, ma soprattutto un'opera che ha la forza di spiegare cosa è la guerra, il dolore, la morte, senza mai soffermarsi sui corpi, sul sangue o particolari macabri.
La natura domina le sue pagine, silenziosa o scintillante con i suoi suoni, e l'uomo è sempre li ad ascoltarla, perchè è da lei che può capire cosa significa la vita.
Uno scrittore straordinario, un soldato valoroso, un montanaro sincero ed autentico, ma soprattutto un grande e semplice uomo.
Da oggi siamo tutti più poveri.....
Non sono un critico letterario, nè un giornalista per cui non mi è facile scrivere un vero articolo.
Allora parlo da lettore e tutto mi risulta più facile.
Leggere Rigoni Stern significa leggere di sentimenti, di morte, di lealtà, di natura; tutto senza retorica, senza fronzoli, ma con una semplicità che è al tempo stesso potenza espressiva.
Quando leggi le sue pagine senti freddo, se parla di neve; senti il vento e la pioggia, se parla di tempesta; senti il canto degli uccelli, se parla di boschi.
"Il sergente nella neve" è un capolavoro indiscusso, un'opera che insegna cosa è la scrittura, la narrazione, ma soprattutto un'opera che ha la forza di spiegare cosa è la guerra, il dolore, la morte, senza mai soffermarsi sui corpi, sul sangue o particolari macabri.
La natura domina le sue pagine, silenziosa o scintillante con i suoi suoni, e l'uomo è sempre li ad ascoltarla, perchè è da lei che può capire cosa significa la vita.
Uno scrittore straordinario, un soldato valoroso, un montanaro sincero ed autentico, ma soprattutto un grande e semplice uomo.
Da oggi siamo tutti più poveri.....
domenica 15 giugno 2008
L'ultimo no -1
Ciao a tutti
con un bel pò di emozione da oggi inizio la pubblicazione, a puntate, di un mio vecchio racconto. Nessuna pretesa letteraria, solo la voglia di condividere una passione. Aspetto con trepidazione i vostri commenti.....
L’ultimo no - 1
Martedì 14 gennaio sarebbe stata una giornata infernale, senza dubbio.
Sciopero dei mezzi pubblici, e sciopero significava maggior affollamento, maggior numero di anziani che si lamentavano per le cose più disparate, maggior numero di passeggini tra i piedi, maggior numero di ragazzi con il volume delle cuffie a tutto spiano.
Insomma sciopero significava maggior società, ed io da un bel pò avevo preso ad odiare tutto ciò che della società mi infastidiva, praticamente quasi tutto.
D’altra parte non era solo lo sciopero a rendermi di pessimo umore.
Da un bel pò il rapporto con Laura era in coma profondo.
Ci eravamo conosciuti innamorati eravamo andati a vivere insieme, tutto di un fiato, ma poi dopo l’amore erano emerse le prime incomprensioni e le prime difficoltà.
Lei aveva i suoi difetti: era disordinata, distratta, possessiva, chiacchierona. Insomma aveva i difetti che hanno milioni di persone, solo che io ero ordinato, attento, nient’affatto possessivo e taciturno. Se è vero che gli opposti si attraggono, noi avevamo iniziato a respingerci.
Pensando al nostro rapporto, mi ripetevo che eravamo arrivati a questa fase di agonia perché incompatibili, che a forza di litigare ci saremmo allontanati, ognuno per la sua strada.
Mi ripetevo tutto questo quasi ossessivamente da quando, in uno dei nostri litigi, Laura aveva detto che la nostra vita insieme era mediocre.
Aveva usato proprio quell’aggettivo: mediocre.
In mezzo a milioni di parole che si ascoltano in una vita sono poche quelle che ti pugnalano alle spalle, quando non te lo aspetti, sono poche le parole che bloccano il frastuono dei pensieri, dinanzi alle quali ogni ragionamento inizia a balbettare.
Mediocre era stata una di quelle parole. Da quando Laura l’aveva pronunciata avevo fatto di tutto per non litigare. Temevo che l’avrebbe ridetto, e, al solo pensiero che lei potesse ripetere quel giudizio, avvertivo una fitta allo stomaco, un bruciore improvviso e urticante.
Da sempre, questo dolore fisico mi aveva avvertito di qualcosa che non andava: all’università, quando ad una domanda sentivo di non saper rispondere; al lavoro, quando mi accorgevo che non sarei mai riuscito a consegnare un programma; in giro con gli amici, quando mi avvicinavo ad una ragazza e l’approccio si rivelava ridicolo.
Insomma tutte le volte che mi sentivo incapace.
Non ci volle molto a capire perché la parola mediocre mi provocava quella reazione quasi ancestrale: a essere mediocre ero io, solo io.
Era questo che avvertivo quando pensavo a quelle parole di Laura.
Nel tempo non avevo trovato di meglio che anestetizzare la reazione che quel giudizio provocava in me, sommergerla sotto il pensiero ossessivo che in realtà non eravamo una coppia mediocre ma due persone incompatibili.
Sapevo di mentire, ma sapevo anche che una bugia poteva diventare realtà a forza di ripetersela.
con un bel pò di emozione da oggi inizio la pubblicazione, a puntate, di un mio vecchio racconto. Nessuna pretesa letteraria, solo la voglia di condividere una passione. Aspetto con trepidazione i vostri commenti.....
L’ultimo no - 1
Martedì 14 gennaio sarebbe stata una giornata infernale, senza dubbio.
Sciopero dei mezzi pubblici, e sciopero significava maggior affollamento, maggior numero di anziani che si lamentavano per le cose più disparate, maggior numero di passeggini tra i piedi, maggior numero di ragazzi con il volume delle cuffie a tutto spiano.
Insomma sciopero significava maggior società, ed io da un bel pò avevo preso ad odiare tutto ciò che della società mi infastidiva, praticamente quasi tutto.
D’altra parte non era solo lo sciopero a rendermi di pessimo umore.
Da un bel pò il rapporto con Laura era in coma profondo.
Ci eravamo conosciuti innamorati eravamo andati a vivere insieme, tutto di un fiato, ma poi dopo l’amore erano emerse le prime incomprensioni e le prime difficoltà.
Lei aveva i suoi difetti: era disordinata, distratta, possessiva, chiacchierona. Insomma aveva i difetti che hanno milioni di persone, solo che io ero ordinato, attento, nient’affatto possessivo e taciturno. Se è vero che gli opposti si attraggono, noi avevamo iniziato a respingerci.
Pensando al nostro rapporto, mi ripetevo che eravamo arrivati a questa fase di agonia perché incompatibili, che a forza di litigare ci saremmo allontanati, ognuno per la sua strada.
Mi ripetevo tutto questo quasi ossessivamente da quando, in uno dei nostri litigi, Laura aveva detto che la nostra vita insieme era mediocre.
Aveva usato proprio quell’aggettivo: mediocre.
In mezzo a milioni di parole che si ascoltano in una vita sono poche quelle che ti pugnalano alle spalle, quando non te lo aspetti, sono poche le parole che bloccano il frastuono dei pensieri, dinanzi alle quali ogni ragionamento inizia a balbettare.
Mediocre era stata una di quelle parole. Da quando Laura l’aveva pronunciata avevo fatto di tutto per non litigare. Temevo che l’avrebbe ridetto, e, al solo pensiero che lei potesse ripetere quel giudizio, avvertivo una fitta allo stomaco, un bruciore improvviso e urticante.
Da sempre, questo dolore fisico mi aveva avvertito di qualcosa che non andava: all’università, quando ad una domanda sentivo di non saper rispondere; al lavoro, quando mi accorgevo che non sarei mai riuscito a consegnare un programma; in giro con gli amici, quando mi avvicinavo ad una ragazza e l’approccio si rivelava ridicolo.
Insomma tutte le volte che mi sentivo incapace.
Non ci volle molto a capire perché la parola mediocre mi provocava quella reazione quasi ancestrale: a essere mediocre ero io, solo io.
Era questo che avvertivo quando pensavo a quelle parole di Laura.
Nel tempo non avevo trovato di meglio che anestetizzare la reazione che quel giudizio provocava in me, sommergerla sotto il pensiero ossessivo che in realtà non eravamo una coppia mediocre ma due persone incompatibili.
Sapevo di mentire, ma sapevo anche che una bugia poteva diventare realtà a forza di ripetersela.
lunedì 2 giugno 2008
Novara JAZZ 2008
Michael Nyman & Evan Parker
Un vecchio piano trovato a Berlino: l'incontro impossibile tra il padre del minimalismo e il mago del fre jazz inglese.
Assieme sullo stesso palco in duo. Quando si dice che nulla e'
impossibile..... Novara jazz fa abbraciare per la prima e forse l'ultima
volta l'alambiccatore del minimalismo per orchestra, il dues ex machina
della musica da film, con il guru del free anglosassone. Michael suona
un piano completamente scassato fatto portare appositamente da Berlino,
Evan sassofonista navigato suona sax tenore e soprano. Una serata di musica intrigante e divertente che ha accomunato le due platee.
Un vecchio piano trovato a Berlino: l'incontro impossibile tra il padre del minimalismo e il mago del fre jazz inglese.
Assieme sullo stesso palco in duo. Quando si dice che nulla e'
impossibile..... Novara jazz fa abbraciare per la prima e forse l'ultima
volta l'alambiccatore del minimalismo per orchestra, il dues ex machina
della musica da film, con il guru del free anglosassone. Michael suona
un piano completamente scassato fatto portare appositamente da Berlino,
Evan sassofonista navigato suona sax tenore e soprano. Una serata di musica intrigante e divertente che ha accomunato le due platee.
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