Decine di milioni di euro per risarcire almeno una parte delle vittime dell'amianto: questo è disposto a pagare Stephan Schmidheiny, 61 anni, il miliardario svizzero indagato a Torino per le quasi tremila persone ammalate o morte per colpa del minerale-killer lavorato dall'Eternit. "In segno di solidarieta", come precisa il suo studio legale. L'indennizzo è offerto dalla Becon Ag, una delle società del magnate elvetico, e arriva pochi giorni dopo la richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal pm Raffaele Guariniello, per disastro doloso e omissione volontaria di cautele: accuse che Shmidheiny divide con un nobile belga, il barone Jean Louis Marie Ghislain De Cartier, 87 anni, per l'attività dei quattro stabilimenti Eternit di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). L'avvocato Sergio Bonetto, capofila dei legali dell'Associazione famigliari delle vittime, definisce la proposta "parziale ma non priva di motivi di interesse". Parziale perché non riguarda tutte le 2.886 parti lese conteggiate dalla procura, ma solo i dipendenti che hanno prestato servizio nelle quattro filiali dal 1/o gennaio 1973 al 4 giugno 1986 (data del loro fallimento): rimangono fuori, dunque, i loro congiunti e i privati cittadini che per decenni hanno inalato le fibre d'amianto. Interessante perché è "un'offerta libera": chi non vuole aderire può restare nel processo costituendosi parte civile. Chi accetta potrebbe ricevere qualcosa come 50 mila euro, anche il calcolo, in questo momento, è impossibile: sono troppi i parametri da considerare. A Schmidheiny i mezzi non mancano. Forbes lo colloca al 288/o posto fra gli uomini più ricchi del mondo (ma il fratello Thomas è 198/o) con un patrimonio di 3.7 miliardi di dollari, sottolineando che nel 2003 ha destinato un miliardo a programmi di sviluppo sostenibile (alla sua famiglia, tra l'altro, viene ricondotta la proprietà dell'angolo di terra che la Rai affitta per girare il reality "L'isola dei famosi"). Lo studio legale Astolfo Di Amato, che ne ha assunto la difesa, spiega che l'offerta non è un'ammissione di colpa ("Becon Ag contesta decisamente qualsiasi responsabilità in capo al gruppo Eternit e ai loro manager"), ma "vuole essere in linea con il suo spirito filantropico e la sua sensibilità sociale".
Fonte(Ansa)
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