Pasqua fra le popolazioni colpite dal terremoto per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e per il presidente della Camera, Gianfranco Fini. L'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari celebrera' la messa nel piazzale interno della scuola allievi della Guardia di Finanza. La caserma di Coppito, diventata da una settimana il centro direzionale dell'emergenza, si trasformera' cosi' anche nella Cattedrale della citta'. Messe e pranzi pasquali sono stati organizzati in tutti i 32 campi che ospitano circa 18 mila sfollati. E da molte parti d'Italia la solidarieta' ha fatto arrivare nelle tendopoli uova di Pasqua e colombe per i bambini.Prima dell'inizio della Messa di Pasqua, nella Scuola della Guardia di Finanza, Berlusconi ha scambiato qualche parola con il vescovo de L'Aquila. ''Mai come in questi giorni, in 15 anni, mi sono sentito cosi' orgoglioso di essere italiano'', ha spiegato il premier parlando della macchina dei soccorsi per fronteggiare l'emergenza terremoto e della solidarieta' che si e' manifestata verso la popolazione abruzzese.Lo sciame sismico che continua a interessare l'Abruzzo aquilano non ha dato tregua neppure nella notte di Pasqua. Una scossa di magnuitudo 3.1 e' stata infatti registrata dall'Istituto nazionale di Geofisica con epicentro Monti della Laga, a circa dieci chilometri di profondita'. La scossa, che e' stata avvertita anche a Roma, non ha causato danni, secondo i primi rilievi.
I dispersi segnalati sono stati tutti ritrovati e, dunque, non si scava più. Ufficialmente però le ricerche continuano, visto che sotto le macerie del centro dell'Aquila potrebbe ancora esserci qualche corpo, cittadini dispersi di cui i soccorritori non hanno mai avuto notizia. E alla possibilità che ci sia qualcuno ancora in vita ormai non ci crede più nessuno. Per sopravvivere cinque giorni sotto le macerie ci vuole molto più di un miracolo. Dunque, se non è escluso che il conto dei morti possa salire ancora, con i tre cadaveri estratti ieri.il bilancio del disastro è salito a 293 vittime, quello dei sopravvissuti ai crolli è quasi certamente definitivo. Circa 150 persone estratte vive dalle macerie. L'ultimo di questi miracolati è Eleonora Calesini, la ragazza riminese tirata fuori mercoledì sera dopo 42 ore sotto le macerie, che lotta tra la vita e la morte all'ospedale di Teramo. Per il resto, dal cemento sgretolato del centro dell'Aquila, continuano ad uscire soltanto cadaveri. Ieri i vigili del fuoco ne hanno estratti tre, tutti dal palazzo di via XX Settembre 79, di fronte alla Casa dello Studente. Quella bara di cemento, in 48 ore, ha restituito cinque corpi, gli ultimi che mancavano all'appello. Stamattina i vigili hanno trovato prima un'anziana di 70 anni poi una donna di 44, e, nel pomeriggio un ragazzo di 17 anni. Che potrebbe essere l'ultimo corpo ritrovato. Questi due ultimi cadaveri sono quelli di madre e figlio: il padre lo avevano estratto ieri assieme al corpo di un dentista. E non c'é più possibilità di trovare qualcuno, vivo o morto, tra le macerie di una palazzina in via Gabriele D'Annunzio. L'altro pomeriggio, quando geofoni e cani avevano captato dei segnali provenienti da sotto il cumulo di detriti, c'era stato un barlume di speranza che si potesse trovare qualcuno in vita. Ma le ricerche effettuate tutta la notte e anche l'altro giorno non hanno dato i risultati sperati. Il ticchettio che si sentiva è scomparso e le ricerche sono state sospese in serata. Maroni aveva detto che si sarebbe scavato fino a Pasqua: è probabile quindi che domani sia il giorno in cui si aprirà la seconda fase dell'emergenza, concentrando tutte le energie su tre aspetti: le verifiche di agibilità e stabilità degli edifici, il miglioramento dell'assistenza agli sfollati e la ricostruzione. Le verifiche, di fatto, sono già in corso: i vigili del fuoco ne hanno già fatte quasi 500, recuperando anche preziosi beni culturali. Tra questi una cartografia del 1.100 che era sepolta tra le macerie dell'Archivio di Stato. Anche per quel che riguarda l'assistenza si stanno accelerando i tempi: l'arrivo della pioggia nelle prossime ore renderà ancora più difficile la vita nelle tendopoli. E quanto alla ricostruzione, si sta ragionando, da giorni, su diversi scenari, perché l'unica certezza di tutti è che non ci potrà essere un'unica soluzione per sistemare almeno 30 mila persone. Dunque si ricorrerà ad ogni elemento a disposizione, dagli alberghi alle case prefabbricate, dalla requisizione di edifici pubblici ancora agibili per sistemare gli organi dello Stato alle tensostrutture. Ma di tutto ciò si comincerà a discutere concretamente da martedì: prima c'é da celebrare una Pasqua che festa non sarà, ma potrà essere l'occasione per ricominciare a sperare.
Fonte(Ansa)
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