Il nono sigillo nel 2009: ci si mette anche la cabala, nell'ultimo trionfo di Valentino Rossi, a benedire la sua ennesima impresa. Diciassette gare nel Mondiale che oggi il pilota pesarese ha chiuso con un turno di anticipo, piazzandosi terzo nel Gp di Malaysia davanti al compagno-rivale Jorge Lorenzo. Anche qui un segno che diventa emblema del migliore tra i motociclisti in attività. Il 2009 è cominciato per Valentino e per gli altri piloti della Motogp di lunedì. Il Gp del Qatar, infatti, non si è potuto correre la domenica per il violento acquazzone che si è abbattuto sul deserto della piccola penisola arabica. Per Rossi l'anno agonistico parte con un secondo posto alle spalle di Casey Stoner (Ducati).
La gara successiva è in Giappone, a Motegi, e lì si consuma una doppietta storica per la Yamaha, che piazza i suoi due piloti davanti a tutti in un circuito - ironia dells sorte - di proprietà della Honda. Anche stavolta Rossi è secondo, davanti a lui c'é Lorenzo. Ma le soddisfazioni iniziano ad arrivare in Europa. Rossi vince il Gp di Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera, mentre Lorenzo non finirà la gara. Sul podio anche Pedrosa e Stoner, rispettivamente secondo e terzo. Poi è la volta di Le Mans. Il mitico circuito della Sartre non regala emozioni a Rossi, che chiude solo in 16/a posizione a causa della scelta errata delle gomme e delle particolari condizioni meteo che impongono la regola del flag-to-flag.
Dopo la Francia si corre nel Mugello. Sulla pista di casa Rossi va a podio, salendo sul terzo gradino (peggior risultato per Valentino dopo sette vittorie consecutive sul circuito toscano) dietro a Stoner e Lorenzo, primo e secondo. Si ritorna in Spagna, per il Gp della Catalogna in giugno. Per Jorge Lorenzo il Montmelò è il circuito di casa: il maiorchino, infatti, abita da cinque anni a Barcellona. Ma Rossi non ci sta e in gara inventa uno dei suoi capolavori. Batte il compagno di squadra all'ultima curva azzardando un sorpasso praticamente impossibile. A fine giugno la carovana si sposta a nord, in Olanda. Il Gp di Assen segna una tappa importante nella carriera di Rossi: il campione di Tavullia vi si presenta infatti, dopo il successo di Barcellona, con 99 vittorie in carriera. E' un risultato storico che Valentino non si lascia sfuggire. Domina incontrastato la gara, alla fine della quale verrà disteso uno striscione lungo diverse decine di metri con le foto di tutte le 100 vittorie di Rossi.
L'ottavo Gp della stagione 2009 si corre a Laguna Seca in California. Nel 2008 Rossi aveva vinto contro Stoner anche grazie ad un azzardato sorpasso all'interno della 'S' in discesa denominata 'cavatappi'. Stavolta la storia non si ripete. Rossi viene battuto da Dani Pedrosa, ma si mette alle spalle Jorge Lorenzo. L'italiano ritrova la vittoria sul corto tracciato del Sachsenring in Germania, sempre davanti a Lorenzo. A questo punto della stagione, lo spagnolo inizia a credere di poter battere il compagno-rivale. Alza la voce con la Yamaha, mentre avvia una serrata trattativa per il suo contratto 2010, sia con la Honda sia con la Ducati. Nel Gran Premio di Gran Bretagna, Rossi giunge quinto. In testa per la maggior parte della gara, Valentino cade a vantaggio di Lorenzo. Ma la leadership dello spagnolo durerà poco, poiché una caduta sull'asfalto viscido di Donington Park lo metterà ko.
La vittoria va, per la prima volta nella carriera, ad Andrea Dovizioso; mentre per Stoner, arrivato 14/o per una errata scelta di gomme, comincerà un periodo difficile e tormentato, alla ricerca della causa dei suoi misteriosi malesseri psicofisici. Con l'australiano fuori dai giochi, Rossi conquista la vittoria anche in Repubblica Ceca, davanti a Pedrosa, mentre Lorenzo collezionerà un altro zero per colpa di una caduta. Nella tappa di Indianapolis, negli Stati Uniti, Rossi sbaglia e cade nell'ottavo giro, lasciando strada libera al compagno di squadra, che cercherà di rimontare il più possibile su Valentino portandosi a -25. Nel Gp di San Marino, a settembre, "l'asino che vola" Rossi mette in tasca giro veloce, pole e vittoria: in gara indossa un casco con l'immagine di un somaro, per ricordare ma anche esorcizzare l'errore di Indianapolis.
Gli alti e bassi continuano in Portogallo. Rossi non riesce a mettere a punto come vorrebbe la moto e lo stop di un mese dalla gara di Misano non gli dà la concentrazione necessaria: cosi, non riesce a fare meglio del quarto posto alle spalle di Lorenzo, del rientrato Stoner e di Pedrosa. In Australia Rossi non resiste al canguro rosso della Ducati. Stoner vince per la terza volta di fila in Motogp sul circuito di casa, ma il duello tra i due fuoriclasse gasa Rossi, mentre Lorenzo è un'altra volta nella sabbia per un errore al primo giro. Infine, oggi, Sepang: dopo la pole e il giro record, Vale, sotto la pioggia, è terzo, dietro Stoner e Pedrosa. Ma Lorenzo é quarto. E' fatta.
Fonte(Ansa)
martedì 27 ottobre 2009
Elio e le storie tese celebrano 20 anni di successi.
E' tempo di festeggiamenti e di retrospettive per Elio e le Storie Tese che, ben lungi dal sentirsi invecchiati, ma autodefinendosi invece "figurini e bellimbusti", celebrano i 20 anni dall'uscita del primo disco riproponendo i loro maggiori successi in arrangiamenti orchestrali. Ad anticipare l'uscita di 'Gattini', questo il titolo della raccolta che sarà nei negozi dal 30 ottobre, gli 'Elii' hanno aperto le celebrazioni ieri sera al Teatro degli Arcimboldi di Milano, in un concerto con la filarmonica Toscanini che è stato anche trasmesso in diretta da Sky: "una grande festa, con una grande orchestra, in un grande teatro", ha commentato Elio questa mattina in conferenza stampa. La serata ha condotto i fedeli ed entusiasti fan in un viaggio cronologico nei loro brani più celebri, a partire da quelli datati 1989, incisi nell'impronunciabile 'Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu'.
Lo stesso percorso storico lungo il ventennio di carriera si ritrova in 'Gattini', il cui titolo e relativa copertina con micetti sono stati scelti "per catturare quel 95% di pubblico che non ci ascolta, ma si commuoverà alla vista di un'immagine così tenera" ha svelato la band con la consueta ironia. La raccolta include i brani che meglio si prestavano ad una versione orchestrale, come 'John Holmes', 'Il vitello dai piedi di balsa', piuttosto che 'Essere donna oggi', 'La terra dei cachi' o 'Shpalman'. Li affianca un inedito, 'Storia di un bellimbusto', eseguito dal vivo ieri sera per la prima volta, che ritrae "l'uomo degli anni zero, il protagonista della movida notturna che appare figo ad ogni costo, anche se dentro poi è distrutto" ha precisato Faso, il bassista.
Dopo l'uscita di 'Gattini', gli 'Elii' saranno in tournee nei teatri a partire dal 17 gennaio, con un concerto-anteprima a Vicenza. Auspicano poi un ritorno a Sanremo non più come concorrenti, bensì come conduttori, visto che, assicurano, "siamo all'altezza della coppia Clerici-Greggio", e traggono amare conclusioni sul panorama musicale italiano: "Non ci sono più giovani band eccezionali come accadeva negli anni '80-90 - constata Elio - forse perche' oggi l'obiettivo è entrare ad 'Amici' o 'X Factor'". Prese le distanze dai talent show "da cui non viene fuori niente di esplosivo", Elio smentisce di essere stato contattato per fare il giudice al posto di Simona Ventura, ma precisa: "Se me l'avessero chiesto, forse avrei accettato perché penso di essere un ottimo arbitro".
Fonte(Ansa)
Lo stesso percorso storico lungo il ventennio di carriera si ritrova in 'Gattini', il cui titolo e relativa copertina con micetti sono stati scelti "per catturare quel 95% di pubblico che non ci ascolta, ma si commuoverà alla vista di un'immagine così tenera" ha svelato la band con la consueta ironia. La raccolta include i brani che meglio si prestavano ad una versione orchestrale, come 'John Holmes', 'Il vitello dai piedi di balsa', piuttosto che 'Essere donna oggi', 'La terra dei cachi' o 'Shpalman'. Li affianca un inedito, 'Storia di un bellimbusto', eseguito dal vivo ieri sera per la prima volta, che ritrae "l'uomo degli anni zero, il protagonista della movida notturna che appare figo ad ogni costo, anche se dentro poi è distrutto" ha precisato Faso, il bassista.
Dopo l'uscita di 'Gattini', gli 'Elii' saranno in tournee nei teatri a partire dal 17 gennaio, con un concerto-anteprima a Vicenza. Auspicano poi un ritorno a Sanremo non più come concorrenti, bensì come conduttori, visto che, assicurano, "siamo all'altezza della coppia Clerici-Greggio", e traggono amare conclusioni sul panorama musicale italiano: "Non ci sono più giovani band eccezionali come accadeva negli anni '80-90 - constata Elio - forse perche' oggi l'obiettivo è entrare ad 'Amici' o 'X Factor'". Prese le distanze dai talent show "da cui non viene fuori niente di esplosivo", Elio smentisce di essere stato contattato per fare il giudice al posto di Simona Ventura, ma precisa: "Se me l'avessero chiesto, forse avrei accettato perché penso di essere un ottimo arbitro".
Fonte(Ansa)
giovedì 8 ottobre 2009
Messina, si aggrava il bilancio.
E' di 28 vittime e di sette dispersi il bilancio dell'alluvione che ha colpito il messinese. In nottata sono stati estratti dalla macerie a Giampilieri superiore i cadaveri della piccola Ilaria De Luca, di quattro anni, della nonna della bimba, Giuseppa Calogero, di 82, e di Maria Li Causi, di 84. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato diffuso dall'unità di crisi, istituita presso la Prefettura di Messina. Le persone ricoverate in ospedale sono 22 , gli sfollati 889.
Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha annunciato l'insediamento al Comune di una task force composta da "docenti universitari, ingegneri, architetti e geologi che si occuperanno della valutazione del dissesto idrogeologico e dei conseguenti provvedimenti da adottare a breve, medio e lungo termini". Buzzanca ha aggiunto che le consulenze saranno "a titolo gratuito" e che la task force si metterà subito al lavoro, esaminando subito la situazione delle zone colpite dall'alluvione.
Intanto la presidenza della Cei ha stanziato un milione di euro dai fondi derivanti dall'otto per mille per far fronte all'emergenza e ai bisogni essenziali della comunità messinese colpita dall'alluvione. I vescovi italiani invitano anche a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas Italiana. La presidenza della Conferenza episcopale italiana si unisce alla preghiera di suffragio per le vittime della tragica alluvione, le cui esequie saranno celebrate dall'arcivescovo di Messina sabato in Cattedrale.
Mentre la città dello Stretto prepara i funerali solenni che si svolgeranno sabato nel duomo, il sindaco Giuseppe Buzzanca sottolinea che, a sei giorni dall'alluvione, "il ministero delle Attività produttive non ha ancora fornito il numero telefonico a cui inviare gli sms per le donazioni dei cittadini". Buzzanca ringrazia però il premier Silvio Berlusconi, che sarà nuovamente a Messina per partecipare ai funerali. Palazzo Chigi ha anche deciso di proclamare per sabato una giornata di lutto nazionale, dopo le sollecitazioni in tal senso avanzate dal sindaco e perfino dalla Curia, che aveva denunciato il rischio di "atteggiamenti diversi" rispetto ad altre tragedie.
Resta invece ancora aperta la polemica sul fronte della messa in sicurezza del territorio. Finora i fondi stanziati per l'emergenza ammontano a 40 milioni: ai 20 messi a disposizione dalla Regione siciliana all'indomani della tragedia, si aggiunge una somma pari prevista da un'ordinanza della Protezione civile. Tutto qui, in attesa di programmare gli interventi che dovrebbero portare, come ha detto domenica Berlusconi, allo stanziamento di un miliardo di euro. E intanto l'assessore regionale all'Ambiente Mario Milone, in aula all'Ars, rende noto che "dai rilievi cartografici risultano solo due edifici abusivi a Giampilieri e altri due o tre a Scaletta Zanclea, colpiti nei giorni scorsi dall'alluvione". "In questo caso dunque - ha aggiunto - è difficile dare la colpa di quello che è successo all'abusivismo. Il problema semmai è che gli edifici di quei centri abitati risalgono anche a cento anni fa e tutto lascia pensare che siano stati realizzati con tecniche e materiali del tutto inadeguati a supportare eventi di questo tipo". Milone dice di "non escludere la ricostruzione dei centri distrutti altrove, considerata la struttura del territorio" e spiega che per la ricostruzione saranno impegnati oltre 100 milioni di euro.
Fonte(Ansa)
Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha annunciato l'insediamento al Comune di una task force composta da "docenti universitari, ingegneri, architetti e geologi che si occuperanno della valutazione del dissesto idrogeologico e dei conseguenti provvedimenti da adottare a breve, medio e lungo termini". Buzzanca ha aggiunto che le consulenze saranno "a titolo gratuito" e che la task force si metterà subito al lavoro, esaminando subito la situazione delle zone colpite dall'alluvione.
Intanto la presidenza della Cei ha stanziato un milione di euro dai fondi derivanti dall'otto per mille per far fronte all'emergenza e ai bisogni essenziali della comunità messinese colpita dall'alluvione. I vescovi italiani invitano anche a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas Italiana. La presidenza della Conferenza episcopale italiana si unisce alla preghiera di suffragio per le vittime della tragica alluvione, le cui esequie saranno celebrate dall'arcivescovo di Messina sabato in Cattedrale.
Mentre la città dello Stretto prepara i funerali solenni che si svolgeranno sabato nel duomo, il sindaco Giuseppe Buzzanca sottolinea che, a sei giorni dall'alluvione, "il ministero delle Attività produttive non ha ancora fornito il numero telefonico a cui inviare gli sms per le donazioni dei cittadini". Buzzanca ringrazia però il premier Silvio Berlusconi, che sarà nuovamente a Messina per partecipare ai funerali. Palazzo Chigi ha anche deciso di proclamare per sabato una giornata di lutto nazionale, dopo le sollecitazioni in tal senso avanzate dal sindaco e perfino dalla Curia, che aveva denunciato il rischio di "atteggiamenti diversi" rispetto ad altre tragedie.
Resta invece ancora aperta la polemica sul fronte della messa in sicurezza del territorio. Finora i fondi stanziati per l'emergenza ammontano a 40 milioni: ai 20 messi a disposizione dalla Regione siciliana all'indomani della tragedia, si aggiunge una somma pari prevista da un'ordinanza della Protezione civile. Tutto qui, in attesa di programmare gli interventi che dovrebbero portare, come ha detto domenica Berlusconi, allo stanziamento di un miliardo di euro. E intanto l'assessore regionale all'Ambiente Mario Milone, in aula all'Ars, rende noto che "dai rilievi cartografici risultano solo due edifici abusivi a Giampilieri e altri due o tre a Scaletta Zanclea, colpiti nei giorni scorsi dall'alluvione". "In questo caso dunque - ha aggiunto - è difficile dare la colpa di quello che è successo all'abusivismo. Il problema semmai è che gli edifici di quei centri abitati risalgono anche a cento anni fa e tutto lascia pensare che siano stati realizzati con tecniche e materiali del tutto inadeguati a supportare eventi di questo tipo". Milone dice di "non escludere la ricostruzione dei centri distrutti altrove, considerata la struttura del territorio" e spiega che per la ricostruzione saranno impegnati oltre 100 milioni di euro.
Fonte(Ansa)
Doping: Cannavaro positivo.
'Cortisone dopo la puntura di una vespa'.
Fabio Cannavaro e' risultato positivo all'antidoping, dopo aver chiesto l'esenzione per aver assunto un farmaco in condizioni di emergenza. L'azzurro sarebbe stato punto da una vespa ed avrebbe usato un farmaco a base di cortisone. In ambienti juventini si sottolinea che "si tratta solo di un antiallergico".
Intanto la Procura antidoping del Coni ha diffuso una nota in cui si afferma: "In relazione a una richiesta di esenzione a fini terapeutici, inviata in base alla normativa antidoping, da parte di un tesserato della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per somministrazione effettuata in condizioni di emergenza, il Comitato per l'Esenzione ai Fini Terapeutici (Ceft) del Coni ha richiesto, come previsto, con raccomandata A.R. l'integrazione, con certificato del medico che ha effettuato la terapia o del Pronto Soccorso, della documentazione inviata".
"Nel frattempo - prosegue la nota - l'atleta è stato sottoposto a controllo antidoping con esito avverso. Pertanto, in base alle vigenti norme antidoping, il Procuratore Capo dell'Ufficio di Procura Antidoping, Ettore Torri, ascolterà quanto prima l'atleta e il medico curante. All'esito la Procura adotterà i provvedimenti del caso".
Un'iniezione di cortisone effettuata il 29 agosto scorso per prevenire lo shock allergico da una puntura di insetto: di quanto era stato praticato a Fabio Cannavaro, difensore della Juventus e capitano della Nazionale, era stato informato anche lo staff azzurro.
Copia della richiesta di esenzione presentata al Coni - precisa la Federcalcio - era stata invece inviata per conoscenza dalla Juventus al professor Enrico Castellacci, medico della Nazionale, poco prima dell'arrivo di Cannavaro in ritiro per il doppio impegno contro Georgia e Bulgaria (le due partite sono state giocate, a Tbilisi e a Torino,, rispettivamente il 5 e il 9 settembre scorsi). Lo staff azzurro aveva dunque verificato che era tutto a posto, come da richiesta dei medici della Juve.
Fonte(Ansa)
Fabio Cannavaro e' risultato positivo all'antidoping, dopo aver chiesto l'esenzione per aver assunto un farmaco in condizioni di emergenza. L'azzurro sarebbe stato punto da una vespa ed avrebbe usato un farmaco a base di cortisone. In ambienti juventini si sottolinea che "si tratta solo di un antiallergico".
Intanto la Procura antidoping del Coni ha diffuso una nota in cui si afferma: "In relazione a una richiesta di esenzione a fini terapeutici, inviata in base alla normativa antidoping, da parte di un tesserato della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per somministrazione effettuata in condizioni di emergenza, il Comitato per l'Esenzione ai Fini Terapeutici (Ceft) del Coni ha richiesto, come previsto, con raccomandata A.R. l'integrazione, con certificato del medico che ha effettuato la terapia o del Pronto Soccorso, della documentazione inviata".
"Nel frattempo - prosegue la nota - l'atleta è stato sottoposto a controllo antidoping con esito avverso. Pertanto, in base alle vigenti norme antidoping, il Procuratore Capo dell'Ufficio di Procura Antidoping, Ettore Torri, ascolterà quanto prima l'atleta e il medico curante. All'esito la Procura adotterà i provvedimenti del caso".
Un'iniezione di cortisone effettuata il 29 agosto scorso per prevenire lo shock allergico da una puntura di insetto: di quanto era stato praticato a Fabio Cannavaro, difensore della Juventus e capitano della Nazionale, era stato informato anche lo staff azzurro.
Copia della richiesta di esenzione presentata al Coni - precisa la Federcalcio - era stata invece inviata per conoscenza dalla Juventus al professor Enrico Castellacci, medico della Nazionale, poco prima dell'arrivo di Cannavaro in ritiro per il doppio impegno contro Georgia e Bulgaria (le due partite sono state giocate, a Tbilisi e a Torino,, rispettivamente il 5 e il 9 settembre scorsi). Lo staff azzurro aveva dunque verificato che era tutto a posto, come da richiesta dei medici della Juve.
Fonte(Ansa)
sabato 3 ottobre 2009
FIUME DI FANGO FA STRAGE.
A Messina piove ed è strage: almeno 18 morti, 35 dispersi, una ottantina di feriti, 400 sfollati sono le cifre, già da brivido, del bollettino ufficiale. Ma tutti sanno che il bilancio del disastro è destinato a crescere man mano che un amico, un parente indica quello che resta di una casa e, come in un rosario, pronuncia i nomi di chi potrebbe essere sepolto sotto le macerie e il fango di una tragedia "se non annunciata, immaginata", ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, puntando il dito contro "l'incuria e l'abusivismo".
Parole subito raccolte e rilanciate dal Capo dello Stato, oggi in visita a Matera, che ha voluto sottolineare la necessità di destinare investimenti non a "opere faraoniche - ha ammonito Napolitano - ma al territorio". I luoghi della strage si chiamano Giampilieri, Santo Stefano Briga, Scaletta Zanclea, le prime due sono frazioni di Messina, l'altro paese è un paio di chilometri oltre il confine comunale, tutti lungo la costa jonica. Qui ieri sera è scoppiato l'inferno. Ma già due anni fa ci furono le "prove generali" di un disastro che oggi tutti definiscono una "strage annunciata", dal parroco di Giampilieri, Don Giovanni Scimone, al deputato regionale del Pd Filippo Panarello, anche lui nato nella borgata. Dopo mezz'ora di pioggia - cominciata a cadere con forza verso le 17 - era già emergenza. Poi non ha quasi più smesso fino alle 11 di stamattina, quando l'emergenza era da un pezzo diventata tragedia.
Lo hanno capito subito gli uomini dei soccorsi, costretti da arrivare sui luoghi del disastro, dall'alto con gli elicotteri e dal mare con le motovedette della capitaneria vista l'impraticabilità delle strade, trasformate in fiumi di fango, da dove affiorava il tetto di qualche automobile. La furia della frana ha trascinato tutto quello che ha incontrato: uomini, case, automezzi. I tetti sono diventati gli unici rifugi, dove donne, uomini, bambini hanno passato anche l'intera notte sotto la pioggia battente, agitando le braccia al primo rumore di qualche elicottero. Gli uomini della Protezione civile, i forestali, i vigili del fuoco giunti da più regioni, hanno scavato senza mezzi meccanici per tutto il giorno, mentre solo in serata si è aperto qualche varco per portare le ruspe dove servivano e dove c'erano da sentire altri racconti e apprendere altre tragedie, dopo una giornata in cui tutti hanno imparato il nome di Agnese Falgetano, 44 anni, postina napoletana che ha trovato la morte a Briga. Lei è rimasta sepolta; suo figlio di 12 anni, Dario, pochi secondi prima era uscito da casa mandato dalla mamma a comprare le candele, ed è vivo. Così come Giuseppe De Luca e suo figlio di quattro anni, sopravvissuti perché non erano in casa, dove si trovavano l'altra figlia e la moglie. E tutti hanno visto Raffaella Maugeri piangere e scavare, perché fino a poco prima dell'alba i suoi due figli di 21 e 23 anni, Leo e Cristian, sepolti dalle macerie, davano segni di vita. Poi è calato il silenzio.
A Giampilieri, c'é chi si chiede che fine abbia fatto il piano per la sicurezza, 11 milioni d'investimenti, realizzato dopo la frana del 25 ottobre di due anni fa. Di quei soldi sono stati spesi soltanto 45 mila euro per un terrazzamento. Un cantiere si sarebbe dovuto aprire lunedì prossimo, troppo tardi. Da ciò che resta di Giampilieri, alzando lo sguardo verso la collina, si intravedono le case della piccola borgata di Molino, e ancor più su c'é Altalia. Ma sono luoghi dove si può arrivare solo arrampicandosi, perché le strade non ci sono più. Così come sono interrotti i grandi collegamenti: l'A18 Messina-Catania, riaperta a fatica dopo 24 ore, servirà solo per i soccorsi. la Statale 114 è coperta dal fango, e sotto ci sono ancora le automobili.
PARROCO GIAMPILIERI, DISASTRO ANNUNCIATO - Si è ripetuto quello che era accaduto due anni fa, quando, solo per un miracolo, non ci furono morti. Parla di 'disastro annunciato'' padre Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri, la frazione del comune di Messina devastata da un nubifragio costato la vita a 14 persone. "Stavolta - spiega - la pioggia è durata di più ed è stata più violenta e ora contiamo le vittime". "In due anni - continua - nessuno ha preso provvedimenti, Nonostante la precedente alluvione fosse stata più di un segnale. Le colline sono prive di alberi - in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare -, non sono stati costruiti muri di contenimento. Tutto questo comporta che una pioggia più violenta fa venir giù le frane". Don Scimone, che vive nel centro di Messina, non è ancora riuscito a raggiungere la frazione. "La strada - dice - è bloccata. I parrocchiani mi raccontano di scene drammatiche: case crollate, gente sotto le macerie, fiumi di fango".
CADUTI 230 MILLIMETRI PIOGGIA IN 3/4 ORE - Sono almeno una ventina le persone rimaste ferite e già ricoverate negli ospedali della provincia di Messina, dopo l'ondata di maltempo che ha investito la Sicilia orientale. Un numero che è destinato ad aumentare in quanto vi sono dei comuni e delle frazioni che non sono ancora state raggiunte a causa delle frane e delle colate di fango. "La situazione è pesante - dice il vice capo del Dipartimento della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis - in alcune zone sono caduti anche 220/230 millimetri di pioggia in tre-quattro ore". De Bernardinis ha sottolineato che fin dalla serata di ieri, quando è stato intensificato l'allerta meteo emesso nel pomeriggio, il Dipartimento è rimasto in contatto con le prefetture di Messina, Catania e Palermo e nella notte un team di esperti del Dipartimento ha raggiunto il centro operativo in prefettura a Messina, per coordinare l'invio dei soccorsi dalle altre zone della Sicilia e delle altre regioni. Le situazioni più difficili, affermano al Dipartimento, sono quelle di Scaletta - dove i feriti sono stati portati via con una motovedetta delle Capitanerie di Porto perché l'univo modo per arrivare al paese era via mare - Molino e Giampilieri. In quest'ultimo comune si sono registrate diverse frane e anche un'esplosione di gpl che ha causato crolli. Ancora isolato, invece, Briga, in quanto i mezzi di soccorso non sono riusciti a farsi largo tra le colate di fango.
Fonte(Ansa)
Parole subito raccolte e rilanciate dal Capo dello Stato, oggi in visita a Matera, che ha voluto sottolineare la necessità di destinare investimenti non a "opere faraoniche - ha ammonito Napolitano - ma al territorio". I luoghi della strage si chiamano Giampilieri, Santo Stefano Briga, Scaletta Zanclea, le prime due sono frazioni di Messina, l'altro paese è un paio di chilometri oltre il confine comunale, tutti lungo la costa jonica. Qui ieri sera è scoppiato l'inferno. Ma già due anni fa ci furono le "prove generali" di un disastro che oggi tutti definiscono una "strage annunciata", dal parroco di Giampilieri, Don Giovanni Scimone, al deputato regionale del Pd Filippo Panarello, anche lui nato nella borgata. Dopo mezz'ora di pioggia - cominciata a cadere con forza verso le 17 - era già emergenza. Poi non ha quasi più smesso fino alle 11 di stamattina, quando l'emergenza era da un pezzo diventata tragedia.
Lo hanno capito subito gli uomini dei soccorsi, costretti da arrivare sui luoghi del disastro, dall'alto con gli elicotteri e dal mare con le motovedette della capitaneria vista l'impraticabilità delle strade, trasformate in fiumi di fango, da dove affiorava il tetto di qualche automobile. La furia della frana ha trascinato tutto quello che ha incontrato: uomini, case, automezzi. I tetti sono diventati gli unici rifugi, dove donne, uomini, bambini hanno passato anche l'intera notte sotto la pioggia battente, agitando le braccia al primo rumore di qualche elicottero. Gli uomini della Protezione civile, i forestali, i vigili del fuoco giunti da più regioni, hanno scavato senza mezzi meccanici per tutto il giorno, mentre solo in serata si è aperto qualche varco per portare le ruspe dove servivano e dove c'erano da sentire altri racconti e apprendere altre tragedie, dopo una giornata in cui tutti hanno imparato il nome di Agnese Falgetano, 44 anni, postina napoletana che ha trovato la morte a Briga. Lei è rimasta sepolta; suo figlio di 12 anni, Dario, pochi secondi prima era uscito da casa mandato dalla mamma a comprare le candele, ed è vivo. Così come Giuseppe De Luca e suo figlio di quattro anni, sopravvissuti perché non erano in casa, dove si trovavano l'altra figlia e la moglie. E tutti hanno visto Raffaella Maugeri piangere e scavare, perché fino a poco prima dell'alba i suoi due figli di 21 e 23 anni, Leo e Cristian, sepolti dalle macerie, davano segni di vita. Poi è calato il silenzio.
A Giampilieri, c'é chi si chiede che fine abbia fatto il piano per la sicurezza, 11 milioni d'investimenti, realizzato dopo la frana del 25 ottobre di due anni fa. Di quei soldi sono stati spesi soltanto 45 mila euro per un terrazzamento. Un cantiere si sarebbe dovuto aprire lunedì prossimo, troppo tardi. Da ciò che resta di Giampilieri, alzando lo sguardo verso la collina, si intravedono le case della piccola borgata di Molino, e ancor più su c'é Altalia. Ma sono luoghi dove si può arrivare solo arrampicandosi, perché le strade non ci sono più. Così come sono interrotti i grandi collegamenti: l'A18 Messina-Catania, riaperta a fatica dopo 24 ore, servirà solo per i soccorsi. la Statale 114 è coperta dal fango, e sotto ci sono ancora le automobili.
PARROCO GIAMPILIERI, DISASTRO ANNUNCIATO - Si è ripetuto quello che era accaduto due anni fa, quando, solo per un miracolo, non ci furono morti. Parla di 'disastro annunciato'' padre Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri, la frazione del comune di Messina devastata da un nubifragio costato la vita a 14 persone. "Stavolta - spiega - la pioggia è durata di più ed è stata più violenta e ora contiamo le vittime". "In due anni - continua - nessuno ha preso provvedimenti, Nonostante la precedente alluvione fosse stata più di un segnale. Le colline sono prive di alberi - in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare -, non sono stati costruiti muri di contenimento. Tutto questo comporta che una pioggia più violenta fa venir giù le frane". Don Scimone, che vive nel centro di Messina, non è ancora riuscito a raggiungere la frazione. "La strada - dice - è bloccata. I parrocchiani mi raccontano di scene drammatiche: case crollate, gente sotto le macerie, fiumi di fango".
CADUTI 230 MILLIMETRI PIOGGIA IN 3/4 ORE - Sono almeno una ventina le persone rimaste ferite e già ricoverate negli ospedali della provincia di Messina, dopo l'ondata di maltempo che ha investito la Sicilia orientale. Un numero che è destinato ad aumentare in quanto vi sono dei comuni e delle frazioni che non sono ancora state raggiunte a causa delle frane e delle colate di fango. "La situazione è pesante - dice il vice capo del Dipartimento della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis - in alcune zone sono caduti anche 220/230 millimetri di pioggia in tre-quattro ore". De Bernardinis ha sottolineato che fin dalla serata di ieri, quando è stato intensificato l'allerta meteo emesso nel pomeriggio, il Dipartimento è rimasto in contatto con le prefetture di Messina, Catania e Palermo e nella notte un team di esperti del Dipartimento ha raggiunto il centro operativo in prefettura a Messina, per coordinare l'invio dei soccorsi dalle altre zone della Sicilia e delle altre regioni. Le situazioni più difficili, affermano al Dipartimento, sono quelle di Scaletta - dove i feriti sono stati portati via con una motovedetta delle Capitanerie di Porto perché l'univo modo per arrivare al paese era via mare - Molino e Giampilieri. In quest'ultimo comune si sono registrate diverse frane e anche un'esplosione di gpl che ha causato crolli. Ancora isolato, invece, Briga, in quanto i mezzi di soccorso non sono riusciti a farsi largo tra le colate di fango.
Fonte(Ansa)
Inferno a Messina, soccorsi sotto la pioggia.
Continua a piovere a Messina, colpita nelle ultime ore da un'alluvione che ha provocato 18 morti accertati e un'ottantina di feriti, secondo l'unita' di crisi allestita presso la Prefettura. Ma il numero delle vittime e' destinato quasi certamente a salire e, secondo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, potrebbe arrivare a 50. Berlusconi ha parlato di 'situazione molto grave', annunciando l'intenzione di recarsi sui luoghi del disastro nelle prossime ore.
E' stata intanto completata l'evacuazione di Giampilieri: 435 persone che si erano rifugiate nella scuola elementare del paese sono state trasferite con degli autobus in alcuni alberghi a Messina dopo che i mezzi di soccorso sono riusciti a liberare la strada che collega la piccola frazione con la provinciale 114. Alle prime luci dell'alba si e' inoltre ripreso a scavare nel fango, perché nel paese vi sarebbero almeno altre due persone, due fratelli, che risultano dispersi. Si scava ancora a Scaletta Zanclea, il comune completamente devastato dalla massa di fango venuto giù dalle colline. Secondo il sindaco Mario Briguglio, vi sarebbero ancora sotto le macerie del paese sei persone, tutti cittadini abitanti che si trovavano in casa quando è arrivata l'ondata di fango, mentre sono sei i cadaveri che sono già stati estratti dalle case.
Fonte(Ansa)
E' stata intanto completata l'evacuazione di Giampilieri: 435 persone che si erano rifugiate nella scuola elementare del paese sono state trasferite con degli autobus in alcuni alberghi a Messina dopo che i mezzi di soccorso sono riusciti a liberare la strada che collega la piccola frazione con la provinciale 114. Alle prime luci dell'alba si e' inoltre ripreso a scavare nel fango, perché nel paese vi sarebbero almeno altre due persone, due fratelli, che risultano dispersi. Si scava ancora a Scaletta Zanclea, il comune completamente devastato dalla massa di fango venuto giù dalle colline. Secondo il sindaco Mario Briguglio, vi sarebbero ancora sotto le macerie del paese sei persone, tutti cittadini abitanti che si trovavano in casa quando è arrivata l'ondata di fango, mentre sono sei i cadaveri che sono già stati estratti dalle case.
Fonte(Ansa)
Iscriviti a:
Post (Atom)