"Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani...". Festa di Pontida 2009. Un bicchiere di birra in mano, il deputato e europarlamentare della Lega Matteo Salvini si intrattiene con un gruppo di sostenitori e dà il là al ritornello antipartenopeo: "Son colerosi e terremotati... Con il sapone non si sono mai lavati...". Qualcuno riprende la scena, Repubblica.it pubblica il video. Ed è polemica. Contro il parlamentare leghista, si solleva mezzo mondo politico e tutta Napoli. Qualcuno ci scherza su, ma in tanti si offendono e chiedono le dimissioni del leghista. Che arrivano a fine giornata. Ma solo per una "singolare coincidenza", assicura Salvini. Scadeva proprio oggi, infatti, il termine per optare per il seggio all'Europarlamento. L'incarico non è cumulabile con quello di parlamentare italiano. E l'esponente del Carroccio ha scelto di lasciare Roma per l'Europa, con buona pace dei suoi "denigratori". "Dovranno continuare a sopportarmi", dice. E a Strasburgo, promette, "mi preparo a lavorare nell'interesse del Nord, di Napoli e dei napoletani". Non è la prima volta che Salvini finisce nell'occhio del ciclone. Ancora risuona l'eco delle polemiche che accompagnarono, agli inizi di maggio, la sua proposta di riservare alcune carrozze in metropolitana "ai soli milanesi". E la cosa acuisce le polemiche all'apparire del video del suo karaoke antinapoletano datato 13 giugno, a Pontida. Salvini si affretta a derubricare l'esibizione canora a "coro da stadio", improvvisato "a una festa tra amici". Ma dal Pd chiedono le sue dimissioni. Attorno al giovane parlamentare fa quadrato la Lega, con il leader Umberto Bossi in prima fila a sminuire. "Dovrebbero farlo decadere perché canta male", scherza il ministro. Ma la polemica ha ragion d'essere, se anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, annuncia l'intenzione di telefonare a Salvini, che oggi è a Bruxelles, per chiedergli spiegazioni. "Le scuse pubbliche appaiono essere il minimo", dice il capo della delegazione del Pdl a Strasburgo, Mario Mauro. E intanto alcuni politici campani del Pdl rilasciano dichiarazioni infuocate. Su tutti, la sanguigna Alessandra Mussolini. Prima compone una risposta in strofe napoletane, che finisce così: "Si nu pezzent e nun ce scuccià!" e cioé "sei un pezzente e non ci scocciare!". Poi nell'Aula di Montecitorio, dove il caso viene sollevato dal Pd, viene trattenuta a stento dai commessi mentre tira dritto verso il banco di Salvini armata di disinfettante e pezzuole, per invitare il collega a "sciacquarsi la bocca quando parla di noi". Le "scuse" vengono sollecitate anche da Ignazio La Russa. Il ministro della Difesa, siciliano ma da sempre residente a Milano, parla di "una leggerezza" e scherza così con il collega leghista Roberto Calderoli: "Cosa sarebbe successo se parlamentari napoletani della Pdl avessero intonato, contro 'noi milanesi': 'Milano in fiamme! Milano in fiamme!'?". Difficile dire di Milano. Di certo, a Napoli non l'hanno presa bene. "Atti del genere fanno parte della miseria umane. E chi lo compie è un poveraccio", dice lo scrittore Raffaele La Capria. E il cantante Peppino Di Capri parla di "sbandamento avvilente". Serafico il campione di nuoto Massimiliano Rosolino, che spedisce al leghista il detto "Non sputare in cielo che in faccia ti ritorna". Mentre l'attacco più duro arriva da Mariano Apicella, il menestrello di Silvio Berlusconi: "Una persona del genere pecca di intelligenza, pecca di presunzione, pecca di stronzaggine".
Fonte(Ansa)
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